Il Commento

Questa non è politica
ma solo Giochi di potere a bizzeffe

TORONTO – Nelle nostre riunioni di redazione quotidiane, il personale è incoraggiato a bere una sana dose di scetticismo prima di accettare i “meriti” associati agli argomenti pro e contro qualsiasi posizione. Le “fonti” hanno sempre interesse ad avere “la loro versione delle notizie” in prima linea.

In effetti, la loro preferenza è quella di escludere qualsiasi considerazione diversa dalla propria dall’attrarre qualsiasi trazione. A volte, anche noi abbiamo un pregiudizio. In tali casi, avvertiamo il lettore. Ogni volta che le persone “si vestono di una bandiera” – come nel moralismo che punta il dito – il nostro campanello d’allarme inizia a suonare. Preferiamo parlare di giusto processo e di obblighi riconosciuti negli statuti e nella giurisprudenza, di responsabilità anziché di capriccio o convenienza.

Il Covid-19 ha avuto l’effetto [inaspettato] di esporre la fragilità di alcune delle istituzioni che abbiamo dato per scontate. Le case di cura a lunga degenza (LTC), considerate fondamentali per le esigenze sanitarie emergenti di una popolazione che invecchia, sono emerse come vere e proprio trappole mortali per anziani con condizioni mediche preesistenti, in Canada ed in Ontario. CARP, un’organizzazione che promuove gli interessi degli anziani e che sembrerebbe avere accesso praticamente illimitato ai media elettronici, ha chiesto il “licenziamento” della ministra provinciale responsabile, Merrilee Fullerton: tra il 66% e il 75% di tutti i decessi Covid in Ontario si sono infatti verificati nelle case LTC.

Se l’istruzione pubblica in questa Provincia è un pasticcio oggi, è altrettanto ovvio che il ministro dell’Istruzione, Stephen Lecce, se ne assuma la responsabilità. Perché è ancora in carica?

I bambini hanno perso due anni accademici di interazione con i loro coetanei, le abilità psico-sociali e fisiche che vanno di pari accordo con quello scambio; per non parlare delle competenze accademiche che potrebbero aver bisogno di essere riviste lungo la strada.

Le scuole non sono, a quanto pare, un ambiente sano né per il personale né per gli studenti, sul piano della salute. Tuttavia, lui ha concentrato le sue “energie” sulla strategia surrettizia del “dividi et impera” le persone ed i loro rappresentanti fomentando la discordia invece di costruire ponti. E non ha alcuna autorità giuridica o costituzionale per farlo.

Nel suo “cortile” (la York Region), è stato aperto un preoccupante dibattito sull’amministrazione superiore del Catholic District School Board e del suo consiglio di amministrazione. È stato spinto dal ritiro di diversi Sovraintendenti.

Due gruppi hanno presentato richieste che, rispettosamente, sembrano aver eliminato l’analisi obiettiva dai criteri da soddisfare per le posizioni di leadership.

Uno di loro si riferisce a candidati “razzializzati”, l’altro a “equità”. Un candidato “razzializzato” ha un gruppo di sostenitori alla regia che chiede la sua nomina, senza un giusto processo, e protegge l’eventuale performance del candidato, da un esame obbiettivo, mettendo in atto una serie di meccanismi strutturali per garantire che le critiche non vadano da nessuna parte.

Il Consiglio si era rivolto a un ex direttore – una insegnante/amministratrice di carriera pienamente qualificata, con 37anni di esperienza – e a una donna di provenienza italiana. A quanto pare, qualifiche non sufficienti: circa 8.000 delle 27.000 famiglie iscritte come Sostenitrici dell’YCDSB sono di origine italiana, mentre circa il 15% dei bambini proviene da minoranze visibili.

Un altro provveditorato scolastico nel pasticcio (no, non il TCDSB), l’Halton Catholic District School Board, è tutto preso da quale bandiera sventolare. Uno che è intervenuto nelle delegazioni pubbliche, martedì scorso, ha parlato di persone “perseguitate” (siamo nel 21esimo secolo). Un sacerdote che sosteneva una posizione diversa, è stato – guarda caso – destituito dai doveri pastorali nella diocesi di Hamilton.

Il suo vescovo, Douglas Crosby, sosteneva una visione diversa. Il ministro Lecce, a quanto pare, è un alleato del Vescovo. Il Vescovo non ha risposto ai ripetuti tentativi del Corriere Canadese per ottenere un commento via email.

Anche l’Arcivescovo di Toronto è rimasto completamente in silenzio. Forse non hanno la fiducia o la determinazione per eseguire i loro doveri nei confronti dei sudditi cattolici di Sua Maestà ai sensi della Costituzione.

Tuttavia, sono entrambi a conoscenza della giurisprudenza e delle limitazioni costituzionali imposte al ministro ed alla sua attuale arma di scelta, il codice dei diritti umani.

Meno male che la cittadinanza si può ancora servire degli strumenti legali.

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