Il Budget supera la prova alla House of Commons, ma il governo resta fragile
TORONTO – Non ci sono stati colpi di scena. Il Budget 2025 – il primo presentato in autunno in rottura con la tradizione politica canadese – è stato approvato alla House of Commons con 170 voti a favore e 168 contro. A salvare la Manovra e con essa a garantire la sopravvivenza politica del governo guidato dal primo ministro Mark Carney sono state quattro astensioni che sono arrivate dai banchi dell’opposizione, insieme al voto favorevole dell’unica deputata del Green Party, la leader Verde Elizabeth May. Sono stati due i parlamentari del Partito Conservatore che si sono astenuti: il deputato Matt Jeneroux, che già nei giorni scorsi aveva avviato una trattativa per lasciare il partito e passare alla maggioranza liberale – salvo poi rinunciare, optando per le future dimissioni dal Parlamento – e la collega Shannon Stubb, non presente alla House of Common per motivi di salute: sarebbe a letto, convalescente – questa è la versione ufficiale – dopo un’operazione alla mandibola.
Anche l’Ndp non ha votato compatto contro la Finanziaria. Due parlamentari neodemocratici, infatti, hanno deciso di astenersi, anche se appare evidente come sia Lori Idlout che Gord Johns abbiano obbedito agli ordini di partito di far garantire in qualche modo il passaggio del Budget, per evitare di andare alle elezioni anticipate.
A chiarire la posizione ndippina è stato lo stesso leader ad interim Don Davies che in conferenza stampa ha ribadito come il Budget non fosse votabile per la tante misure antisindacali previste – una su tutte il taglio pesante degli statali nell’arco dei prossimi cinque anni – ma come, allo stesso tempo, il Paese non fosse pronto a un repentino ritorno alle urne ad appena sei mesi dalle ultime elezioni federali.
A non essere pronto, ovviamente, è proprio l’Ndp, visto che in questo momento è ancora in corso la leadership e che quindi il partito avrebbe dovuto affrontare le elezioni senza una salda guida al comando. In ogni caso, numeri alla mano, i due partiti d’opposizione si erano attrezzati e cautelati per evitare in ogni modo la crisi di governo: con due astensioni, infatti, anche in caso di voto compatto dei restanti deputati degli altri partiti contro la Manovra, si sarebbe arrivati a 170 sì contro 170 no. A questo punto sarebbe stato decisivo il voto dello Spekaer Francis Scarpaleggia – il presidente della Camera infatti per prassi non vota mai, a meno che non ci sia l’assoluta parità – che ovviamente avrebbe dato il via libera al Budget presentato dal suo partito.
Insomma, in un modo o nell’altro è stata scongiurata l’ipotesi della crisi di governo e del ritorno alle urne, per le quali nessun partito appare preparato. Gli stessi conservatori, che hanno ufficialmente votato contro la Finanziaria del ministro Francois Philippe Champagne, si trovano nel bel mezzo di una crisi della leadership di Pierre Poilievre, che nell’immediato futuro dovrà guadagnarsi la conferma alla guida di partito nella Convention conservatrice.
E a proposito di ricorsi storici, gli ultimi due leader del Partito Conservatore che hanno perso le elezioni – Andrew Scheer ed Erin O’Toole – sono stati costretti al fatidico passo indietro dopo il voto di sfiducia dei delegati alla Convention tory.
In definitiva, Poilievre in questo momento è impegnato a ricucire gli strappi e le divisioni interne, facendo rientrare il dissenso di chi vede la sua leadership troppo fragile e traballante.
Ma anche il governo guidato da Mark Carney non se la sta passando benissimo. Per far passare la manovra ha dovuto portare avanti una “campagna acquisti parlamentare” – aprendo le porte del partito all’ormai ex conservatore Chris d’Entremont – fare poi delle concessioni alla Verde Elizabeth May su futuri impegni per il taglio delle emissioni e tutto questo non è bastato: sono state necessarie altre quattro astensioni per poter sopravvivere. Si tratta di un segnale ben preciso per il futuro, che indica anche una precisa scadenza politica per l’esecutivo.
Storicamente in Canada i governi di minoranza arrivano a malapena a metà della legislatura, quindi potremmo davvero aspettarci le elezioni tra due anni. E questo logicamente rientrerebbe anche nella strategia dello stesso Carney, che comunque vorrà ritornare alle urne con Donald Trump ancora in carica alla Casa Bianca, per poter sventolare lo spauracchio dei dazi e della guerra commerciale.
Insomma, il Budget 2025 è passato dalle Forche Caudine della House of Commons, ma l’esecutivo ha mostrato una fragilità che avrà delle ripercussioni in termini di stabilità anche in chiave futura.

