Canada

Guerra dei sondaggi Carney prende il largo, l’Ndp a rischio estinzione

TORONTO – Liberali in vantaggio, conservatori in stallo, neodemocratici in caduta libera. È questa l’istantanea scattata dagli ultimi sondaggi in vista del voto anticipato primaverile, un ritorno alle urne caratterizzato da quel “fattore Trump” che nel giro di un mese ha completamento rivoluzionato i rapporti di forza tra i partiti federali. Fino a gennaio, infatti, il Partito Conservatore di Pierre Poilievre godeva di un vantaggio abissale, superiore al 20 per cento, sul Partito Liberale in piena crisi. La guerra commerciale scatenata dal presidente americano, con l’incognita dei dazi e i potenziali rischi di recessione, ha provocato un vero e proprio terremoto nelle intenzioni di voto dell’elettorato canadese, che in questo momento identifica nel primo ministro Mark Carney il politico più autorevole per poter gestire questa complessa situazione.

Secondo Angus Reid, in questo momento i liberali viaggiano attorno al 42 per cento – che si tradurrebbe in una maggioranza assoluta dei seggi – seguiti dai conservatori al 37 per cento, mentre l’Ndp con uno striminzito 9 per cento rischierebbe seriamente di essere condannato all’irrilevanza politica. Numeri questi che vengono in qualche modo confermati anche da un secondo sondaggio, della Leger, che quantifica nel 42 per cento il livello di consenso del Partito Liberale, tallonato dai conservatori al 39 per cento, con i neodemocratici di Jagmeet Singh al 9. Secondo Nanos Research, invece, saremmo di fronte a un testa a testa tory-grit, dove Poilievre sarebbe in lieve vantaggio 35 a 34 – sui liberali di Carney.

Ma è la proiezioni dei seggi a fornirci un quadro più chiaro di come il “fattore Trump” abbia completamente rivoluzionato gli equilibri politici a livello federale. Secondo il portale 338canada, che elabora tutti i sondaggi locali e nazionali con la relativa ripartizione dei seggi, se si votasse in questo momento il Partito Liberale conquisterebbe 177 seggi, cinque in più rispetto ai 172 necessari per raggiungerla maggioranza assoluta alla House of Commons. Tracollo, almeno nelle proiezioni, del Partito Conservatore, che si dovrebbe accontentare di 132 deputati (fino a febbraio i tory erano in netto vantaggio in almeno 240 seggi), mentre l’Ndp verrebbe ridotta la sua presenza parlamentare a un drappello di 7 parlamentari. In netto calo anche il Bloc Quebecois, con 25 seggi, con i Verdi che confermerebbero i due deputati uscenti. A livello provinciale, lo spostamento di intenzioni di voto rispetto al mese scorso è significativo soprattutto in Ontario e in Quebec: nella prima provincia i liberali conquisterebbero 77 seggi contro i 41 dei conservatori, in quella francofona i grit sarebbero in netto vantaggio in 39 circoscrizioni, con i tory potenzialmente vincenti in appena 13 distretto.

Tornando al primo sondaggio, quello della Angus Reid, alla domanda rivolta al campione sul candidato primo ministro ritenuto più affidale nel fare fronte all’emergenza dazi, il 55 per cento degli intervistati ha risposto Carney e solo il 30 per cento ha indicato Poilievre.

È evidentemente questa la chiave di lettura di un cambiamento così repentino degli umori dell’elettorato canadese che non ha precedenti. Resta da capire se questa netta modifica dei rapporti di forza continuerà ad esserci anche avvicinandoci al voto. Carney nel fine settimana chiederà alla governatrice generale Mary Simon lo scioglimento del parlamento. Andremo a votare a fine aprile o all’inizio di maggio.

In alto, un seggio elettorale a Toronto (foto: Elections Canada)

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