Canada

Guerra dei dazi, si inasprisce il braccio di ferro Canada-Usa

TORONTO – È di nuovo in salita il negoziato sul fronte dazi. A innescare l’ennesima crisi nei rapporti tra il Canada e gli Stati Uniti è stata la campagna pubblicitaria da 75 milioni di dollari voluta dal premier dell’Ontario Doug Ford nella quale viene ripresa una clip dell’ex presidente americano Ronald Reagan durante un suo intervento nel 1988 nel quale l’allora inquilino della Casa Bianca si esprimeva negativamente verso i dazi doganali.

La pubblicità, che è stata trasmessa negli Stati Uniti, ha mandato su tutte le furie Donald Trump, che in un primo momento ha ordinato la sospensione della trattativa con il Canada attivata per arrivare a un accordo sulle tariffe, per poi arrivare a un nuovo giro di vite, con la creazione di un ulteriore dazio del 10 per cento su tutte le merci canadese che vengono importate negli Stati Uniti e che non sono comprese nel trattato commerciale Cusma.

A spingere il presidente americano a inasprire la posizione americana è stata la decisione da parte di Ford di non sospendere la campagna pubblicitaria. Il premier dell’Ontario, da parte sua, aveva dichiarato in precedenza lo stop alle pubblicità dopo la prime due gare della World Series di baseball. Il tycoon americano, in particolare, ha accusato Ford di aver fatto modificare il video di Reagan, una versione questa chiaramente smentita dai fatti: il video integrale è interamente visibile su YouTube, ed è evidente come il video non sia stato editato.

Sia il primo ministro canadese Mark Carney che Donald Trump in questi giorni si trovano a Kuala Lumpur, in Malesia, per il vertice dei Paesi Asean e ieri si sono evitati.

Il leader liberale si trova in Asia per cercare di rafforzare i rapporti commerciali con le principali economie del Sudest asiatico e il suo obiettivo dichiarato è quello di raddoppiare le esportazioni canadesi nel mondo – Stati Uniti esclusi – nell’arco dei prossimi dieci anni.

Un obiettivo ambizioso, ma che garantirebbe un rafforzamento della nostra economia che attualmente è totalmente dipendente da quella americana.

Ieri Carney si è rivolto ai leader dell’Asia meridionale sull’importanza di “partner affidabili che onorano i loro impegni”, durante la cerimonia di apertura del summit

Carney non ha risposto direttamente all’ultima bordata del presidente degli Stati Uniti. È stato lasciato a Dominic Leblanc, il ministro del Commercio USA-Canada, a rispondere con un post sui social media sabato scorso che ha ribadito la posizione del primo ministro secondo cui il Canada andrà avanti e sarà pronto ogni volta che gli Stati Uniti vorranno riprendere i negoziati commerciali.

Il discorso di Carney in Malesia ha toccato vari punti. “A tutti noi è stata ricordata l’importanza di partner affidabili, che onorano i loro impegni, che sono presenti nei momenti difficili e che si impegnano in modo collaborativo per risolvere qualcosa che non funziona”, ha detto Carney ai leader delle 11Nazioni riunite intorno al tavolo nella capitale malese.

“Il Canada è un partner di questo tipo, un partner affidabile, e sono venuto a Kuala Lumpur per dire chiaramente che vogliamo svolgere un ruolo più importante in questa regione”.

“Come l’Asean, il Canada apprezza il sistema basato sulle regole. Rispettiamo gli accordi commerciali e lo stato di diritto”, ha detto Carney in osservazioni che potrebbero anche essere interpretate come dirette a Trump. “Crediamo nel valore del libero scambio di beni, capitali e idee”.

“La liberalizzazione del commercio multilaterale sta cedendo il passo al commercio e agli investimenti bilaterali transazionali e gestiti”, ha concluso il primo ministro.

In alto: Mark Carney con il primo ministro del Laos Sonexay Siphandone (foto: X – Carney)

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