Scontri tra soldati turchi e siriani, gli Stati Uniti inviano 500 militari

di corriere canadese del 30 October 2019

DAMASCO - "Violenti scontri" sono avvenuti tra le forze turche, con le milizie locali loro alleate e le truppe del regime di Damasco a sud di Ras al Ayn, la città di confine passata sotto il controllo di Ankara con l’offensiva lanciata il 9 ottobre.

Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui si tratta del primo "confronto diretto tra le due parti" dall’avvio dell’operazione turca.

Ieri è scaduta la tregua di 150 ore concordata da Turchia e Russia per completare il ritiro delle milizie curde nel nord della Siria ad almeno 30 km di distanza dalla frontiera turca.

In base all’intesa, entro le 18 locali i combattenti dello Ypg dovevano lasciare tutte le località di confine.

Secondo il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, sino a lunedì sera il ritiro non si era "ancora completato". Se non avvenisse in tempo, Ankara ha minacciato di riprendere la sua offensiva.

Alla scadenza del cessate il fuoco era inoltre previsto l’inizio di pattugliamenti congiunti tra le forze di Turchia e Russia, sino a 10 km entro il territorio siriano, ad est ed ovest della zona di sicurezza tra Tal Abyad e Ras al Ayn, già passata sotto il controllo turco con l’operazione militare Fonte di Pace. Una delegazione militare di Mosca è giunta ieri in Turchia per preparare il coordinamento di questi pattugliamenti.

Nel frattempo, le forze militari americane sono tornate nelle loro basi della Siria nord-orientale da cui si erano ritirate nei giorni scorsi, durante l’offensiva turca. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), secondo cui 500 soldati statunitensi sono tornati, provenienti dal vicino Kurdistan iracheno, nelle basi lungo l’autostrada M4 che attraversa da ovest verso est la regione a est dell’Eufrate.

Altri dettagli emergono intanto sulla morte del leader dell’Isis, avvenuta - lo scorso fine settimana - sempre in Siria. Secondo la Cnn, le dritte che hanno portato al decisivo blitz militare statunitense sarebbero state fornite da un informatore dell’Isis che ha ottenuto anche un pezzo di biancheria intima di al-Baghdadi e un campione del sangue del califfo che sono serviti per confermare con l’esame del Dna l’identità prima che il raid avesse luogo.

I resti del capo dell’Isis al-Baghdadi sono stati dispersi in mare. Lo hanno confermato i vertici del Pentagono in una conferenza stampa. Il capo di stato maggiore interforze Mark Milley ha annunciato che - nei prossimi giorni - saranno diffuse immagini del video del raid contro al-Baghdadi.

Il leader dell’Isis viveva in tunnel sotterranei del bunker distrutto - attrezzati con sistemi di ventilazione ed illuminazione - insieme alle sue tre mogli ed ai sei figli.

Giorgio Mitolo

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