L’attacco iraniano non uccide, “USA avvisati da Bagdad”

di corriere canadese del 9 January 2020

TEHERAN - L’Iran voleva vendicare l’omicidio del generale Soleimani e farlo subito, mostrando i muscoli.

Ma sebbene si sia pur trattato di un attacco missilistico dai toni ’spettacolari’, l’operazione di Teheran - contro le basi militari USA in Iraq - è sembrata più che altro un evento atto a calmare l’opinione pubblica iraniana, ancora sotto choc per l’uccisione di Soleimani.

Insomma, un raid balistico ’ad uso interno’, più che una vera e propria dimostrazione di forza e di e€ettiva capacità bellica. Venendo alla scansione temporale dei fatti, l’Iran ha lanciato l’operazione ’Soleimani Martire’ sferrando - intorno all’1.30 di notte di mercoledì, ora locale (le 17.30 di martedì, ora di Toronto) - un attacco missilistico contro due basi in Iraq che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani.

Si è trattato di 22 missili balistici a corto raggio, partiti dal territorio iraniano e poi abbattutisi contro le basi militari di al-Asad e di Erbil, dove si trovavano anche militari italiani, rifugiatisi nei bunker e rimasti tutti illesi.

Gli Stati Uniti - e si evince, di conseguenza, anche i loro alleati - sarebbero stati difatti informati in LA anticipo dell’attacco iraniano alle loro basi dagli iracheni, i quali erano stati allertati a loro volta da Teheran. Lo sostiene una fonte diplomatica araba citata con evidenza dalla Cnn.

Baghdad, secondo la fonte, avrebbe comunicato a Washington "quali basi sarebbero state colpite" dopo averne ricevuto comunicazione dagli iraniani.

La Cnn ha citato una fonte locale irachena che parlava di "messaggio verbale u•fficiale" consegnato da Teheran alle autorità di Bagdad, che a loro volta lo avrebbero "passato" ai vertici militari statunitensi.

Ed il ministero degli esteri di Bagdad ha fatto sapere che intende convocare l’ambasciatore iraniano per protestare contro gli attacchi, considerati "una violazione della sovranità" irachena Ma - come ha confermato ieri lo stesso Trump - "nessun soldato americano o iracheno è rimasto ucciso" nell’attacco ed i danni alle strutture delle due basi militari sarebbero stati "molto limitati".

Le parole di Trump erano state di poco precedute da quelle del presidente iraniano, Hassan Rouhani, che aveva detto " gli Stati Uniti possono aver tagliato le mani del generale Qassem Soleimani, ma l’Iran risponderà tagliando le gambe agli Usa nella regione".

L’Iran "ha dato uno schiaff€o agli Stati Uniti con l’attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la loro presenza corrotta in questa regione deve finire", ha dichiarato la guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, in un discorso in tv dopo l’attacco: "I nostri nemici principali includono il sistema arrogante degli americani e del sionismo", ha aggiunto.

"Gli americani per la loro presenza nella regione e in qualsiasi altra parte del mondo hanno causato solo guerre, di€fferenze, distruzioni" - ha detto ancora l’ayatollah Khamenei, rivolgendosi alla nazione - sottolineando che "poiché sedersi ai tavoli delle trattative e tenere discorsi apre solo la strada all’interferenza ed alla presenza dei nemici, i colloqui dovrebbero fermarsi" ha poi concluso.

"Le prossime risposte saranno proporzionate a quello che faranno" gli Usa, ha detto il ministro della Difesa iraniano Amir Hatami parlando con i media a Teheran. "Trump ha trasformato l’amministrazione Usa in un governo terroristico", ha accusato confermando che l’obiettivo finale di Teheran resta "l’espulsione" delle truppe americane dalla regione.

"Noi non vogliamo l’escalation verso la guerra, ma ci difenderemo contro l’aggressione", scrive su Twitter il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, definendo l’attacco una "misura proporzionata di auto difesa". Il mondo rimane col fiato sospeso.

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