Guerra in Siria: Erdogan ricatta e minaccia esodo biblico di profughi

di corriere canadese del 16 October 2019

ANKARA - "La comunità internazionale deve sostenere gli sforzi del nostro Paese o cominciare ad accettare i rifugiati" dalla Siria.

Lo scrive il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal per sostenere le sue ragioni sull'offensiva militare contro i curdi nel Nord-Est della Siria, arrivata al quinto giorno.

L'offensiva di Ankara, chiamata "Fonte di pace" dal presidente turco" è iniziat ail 9 ottobre dopo l'annuncio del presidente Donald Trump di ritirare tutte le truppe Usa dal territorio siriano. Annuncio poi in parte ritrattato.

Le forze militari americane ora si stanno spostando verso il sud del Paese. L'operazione militare turca è stata lanciata contro le milizie curde nel Nord-Est della Siria, impegnate nella lotta all'Isis.

"La Turchia sta intervenendo dove altri hanno mancato di agire" è il titolo dell'intervento di Erdogan sul quotidiano americano.

"I flussi di rifugiati siriani, la violenza e l'instabilità ci hanno spinto ai limiti della nostra tolleranza", scrive ricordando l'impegno del suo Paese nell'ospitare 3,6 milioni di rifugiati siriani e rivendicando di aver speso "40 miliardi di dollari per offrire loro educazione, assistenza sanitaria e alloggio".

Tuttavia, insiste, "senza supporto finanziario internazionale non possiamo impedire ai rifugiati di andare in Occidente".

L'esercito siriano del presidente Bashar al-Assad ha il "totale controllo" della città di Manbij, località curda strategica nel Rojava. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, citato da Interfax.

Mosca ha aggiunto che "la polizia militare russa sta pattugliando il perimetro di Manbij lungo la linea di contatto tra gli eserciti siriano e turco".

Ieri doveva essere il giorno del confronto tra le truppe di Damasco e quelle di Ankara con i ribelli siriani filo-turchi dell'ELS, nella città di Manbij, località strategica.

Donald Trump ieri ha annunciato le sanzioni alla Turchia e invia il suo vice, Mike Pence ad Ankara. E intanto twitta, lavandosi le mani: "Ben venga chiunque voglia aiutare i curdi: russi, cinesi o Napoleone Bonaparte. Spero che abbiano successo. Noi siamo a 7 mila miglia di distanza".

A chiedere uno stop all'offensiva Turca, ieri è intervenuta anche la Cina, che ha chiesto ad Ankara di "tornare sul binario corretto" della ricerca di una soluzione politica della questione.

La Gran Bretagna ha annunciato la sospensione di "ulteriori licenze" alla Turchia per forniture di "equipaggiamenti che possano essere usate in operazioni militari in Siria".

Nel frattempo si sono interrotti completamente gli aiuti internazionali nel Nord-Est siriano.

Giorgio Mitolo

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