FRANCOFORTE - Una strage della follia, animata dalla xenofobia, ossia dall’odio verso lo straniero.
È quella avvenuta ieri ad Hanau - una cittadina a venti chilometri da Francoforte, in Germania - con un bilancio di 11 morti e di quattro feriti che versano in gravi condizioni.
In un video ed una lettera, il killer - il 43enne tedesco Tobias Rathjen - avrebbe spiegato le ragioni della sua folle furia omicida, sostenendo che "alcuni popoli che non si riescono a espellere dalla Germania vanno sterminati".
L’assassino sarebbe arrivato intorno alle dieci di mercoledì sera in centro città, a bordo di una macchina scura, e avrebbe sparato all’impazzata in due diversi shisha-bar, locali dove si fuma il narghilè, molto frequentati dalla comunità di origini turche.
L’uomo ha quindi aperto il fuoco sui presenti nel bar Midnight, in centro città, per poi spostarsi in auto ed assaltare l’Arena Bar & Café in un altro quartiere.
Nel primo locale avrebbe suonato il campanello, poi sarebbe entrato nell’area fumatori e avrebbe cominciato a sparare alla cieca.
Tra le cinque vittime del secondo attacco, invece, ci sarebbe anche una donna ed alcuni cittadini di origine curda.
Secondo le prime ricostruzioni della polizia tedesca, Rathjen - tornato, dopo aver compiuto la strage, alla sua abitazione - avrebbe prima sparato a sua madre 72enne, uccidendola, per poi suicidarsi con la stessa arma.
Il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, si è detto "sconvolto" per la strage xenofoba. "Sto dalla parte di tutte le persone che vengono minacciate dall’odio razzista. Non sono sole", ha dichiarato il capo dello Stato tedesco.
"La grande maggioranza delle persone in Germania condanna questo atto e ogni forma di razzismo, di odio e di violenza" ha aggiunto Steinmeier, "non smetteremo mai di impegnarci per una convivenza pacifica nel nostro Paese".
"Il razzismo è un veleno, l’odio è un veleno che esiste nella nostra società" ha detto Angela Merkel. "È un giorno quanto mai triste per la Germania", ha aggiunto la cancelliera tedesca che ha definito la strage di Hanau un crimine "agghiacciante".
Tobias Rathjen - che non aveva precedenti penali e non era noto alle autorità di polizia tedesche - possedeva un regolare porto d’armi per la caccia. L’uomo aveva però postato su internet, la scorsa settimana, alcuni deliranti videomessaggi in cui si rivolgeva in inglese "al popolo americano" mettendolo in guardia dal pericolo rappresentato da fantomatiche "società segrete".