I grit puntano sulle difficoltà dell’Ndp,
i giovani virano verso i conservatori

TORONTO – Ancora segnali contrastanti in queste lungo cammino che ci separa dall’appuntamento alle urne. Elementi che, come è successo dall’inizio della campagna elettorale, aggiungono incertezza a un voto già gravata dalle zone d’ombra provocate dalla pandemia di Covid-19 e dalla precaria situazione in Afghanistan. L’ultimo sondaggio della Nanos è in netta controtendenza rispetto alle indagini demoscopiche di questa e della scorsa settimana e segnala una ripresa, decisa, delle intenzioni di voto a favore del Partito Liberale.

Secondo il sondaggio, in questo momento il partito guidato dal primo ministro uscente raggiunge quota 35,9 per cento, segnando un aumento del 2,4 per cento rispetto all’indagine demoscopica precedente. Battuta d’arresto per i conservatori di Erin O’Toole, con il 32,7 per cento – in calo del 2,4 per cento – che negli ultimi dieci giorni avevano segnato un cospicuo aumento nelle intenzioni di voto, tanto da raggiungere una sostanziale parità statistica con il Partito Liberale. Ma come si spiega il repentino aumento del consenso verso i grit? Una ragione, evidente, è il crollo inaspettato dell’Ndp di Jagmeet Singh, che dall’inizio della campagna elettorale non era mai sceso sotto il 20 per cento delle intenzioni di voto.

Secondo la Nanos, invece, in questo momento i neodemocratici non superano il 16,8 per cento. Ed è chiaro come questo bacino di voti a sinistra rappresenta un obiettivo del leader liberale, specialmente in quei collegi elettorali dove i candidati grit e del Partito Conservatore sono divisi da una manciata di voti e dove il candidato ndippino non ha alcuna chance di vittoria.

Ma per Trudeau non ci sono solamente buone notizie. Secondo il sondaggio l’elettorato più giovane starebbe voltando le spalle ai liberali. Nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni, O’Toole raccoglie il 33 per cento dei consensi, seguito da Trudeau al 28 e da Singh al 20. Nella fascia dai 35 ai 49 anni il leader conservatore è ancora in testa nelle intenzioni di voto, sempre al 33 per cento, mentre il primo ministro uscente non supera il 27 per cento e il segretario neodemocratico si attesta al 18 per cento.

Si tratta di dati nettamente in controtendenza rispetto all’ultima consultazione elettorale del 2019, quando il voto degli elettori giovani contribuì alla vittoria del Partito Liberale.

Un altro dato che sta preoccupando l’entourage del leader liberale arriva dalle intenzioni di voto su base provinciale. L’Ontario, in particolare, all’inizio della campagna elettorale veniva data come una provincia sicura in vista del voto del 20 settembre. Con il passare dei giorni, però, in numerose circoscrizioni elettorali sono cambiati i rapporti di forza tra i partiti e i liberali rischiano concretamente non solo di non aumentare il numero di seggi conquistati nel 2019, ma addirittura di arretrare.

Stando a 338canada.com, in questo momento il Partito Liberale è nettamente in vantaggio in 62 dei 121 distretti elettorali dell’Ontario: due anni fa il partito di Trudeau ne conquistò ben 79, quindi 17 in più rispetto alle attuali proiezioni. Il Partito Conservatore, al contrario, nel 2019 non andò oltre i 36 seggi, mentre in questo momento le proiezioni parlando di 44 distretti sicuri, con una decina dove potrebbe esserci un inaspettato testa a testa tra il deputato liberale uscente e il candidato di O’Toole. Non sorprende quindi che il leader tory negli ultimi giorni abbia deciso di fare campagna proprio in Ontario: prima a Ottawa, ieri a Hamilton.

Nel caso in cui dovesse esserci un ribaltamento nei rapporti di forza in questa provincia, allora le speranze di vittoria per il primo ministro uscente sarebbero davvero ridimensionate rispetto alle previsioni iniziali.

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