Bernier, la grande incognita
di queste elezioni

TORONTO – Un’incognita, indecifrabile e imprevedibile, pesa su queste elezioni federali. A undici giorni dall’appuntamento alle urne, con i sondaggi che confermano il vantaggio del Partito Conservatore sui liberali di Justin Trudeau, la presenza del People’s Party minaccia di scardinare gli equilibri e i rapporti di forza tra le forze politiche in corsa per il voto del 20 settembre. Per ora non se ne parla, o meglio se ne parla poco. Il movimento fondato e guidato da Maxime Bernier al battesimo del fuoco nelle elezioni del 2019 non andò molto bene: appena 294mila voti in tutto il Paese, pari all’1,6 per cento, nessun deputato eletto e lo stesso leader battuto nel suo distretto elettorale di Beauce dall’ex compagno di partito Richard Lehoux.

In questi ultimi diciotto mesi, dopo che i risultati elettorali lo avrebbero dovuto condannare a un triste anonimato politico, Bernier ha utilizzato la pandemia per tornare prepotentemente sul palcoscenico politico: cavalcando la protesta, organizzando manifestazioni, marce di protesta, contestazioni al governo e al partito di maggioranza. Bernier è stato l’unico leader politico federale che ha apertamente abbracciato le istanze della colorita e variegata galassia dei no-vax, dei Covid-scettici, dei negazionisti, dei cospirazionisti, degli anti-lockdown in tutte le province del nostro Paese.

È stata un’operazione politica lunga e laboriosa, che però alla fine ha portato a dei risultati concreti, se gli ultimi sondaggi sono stati davvero in grado di darci un’istantanea fedele delle intenzioni di voto. Secondo l’ultima indagine demoscopica della Mainstreet Research, in questo momento il People’s Party si attesterebbe al 7,6 per cento, mentre per la Ekos il partito di Bernier sfiorerebbe l’8 per cento dei voti.

Bernier ha ovviamente utilizzato una strategia e un approccio populista ma tremendamente efficace: nei momenti di difficoltà, parla sempre alla pancia degli elettori, con messaggi semplici, slogan pungenti, con la voce alta e i risultati arriveranno.

“La mia principale priorità – ha detto in occasione dell’avvio della sua campagna elettorale – per un anno e mezzo è stato il rispetto dei nostri diritti e libertà fondamentali, che sono stati sistematicamente violati dai governi. Sono l’unico leader di un partito nazionale che si è opposto ai lockdown fin dall’inizio. Che si oppone alla vaccinazione forzata e ai passaporti vaccinali. Si tratta di misure ingiuste, inefficaci e incostituzionali che creano due categorie di cittadini, alcuni con meno diritti di altri”.

“Fin dall’inizio – aggiunto – avremmo dovuto mirare tutti i nostri sforzi per proteggere i più vulnerabili, vale a dire gli anziani con mali pregressi nelle case di cura, che rappresentano la stragrande maggioranza delle vittime. I lockdown causeranno più morti e problemi di salute a lungo termine rispetto al virus. Disturbi d’ansia, depressione, farmaci, suicidi, perdita di posti di lavoro, chiusure di piccole imprese, rinvii di interventi chirurgici e test antitumorali, massiccio indebitamento dei nostri governi, inflazione e futuri aumenti delle tasse, ecc. Dovremo convivere con queste terribili conseguenze per gli anni a venire”.

Il fatto è che il progressivo rafforzamento del People’s Party è destinato a provocare delle conseguenze indesiderate soprattutto a destra. Erin O’Toole, leader dei tory, ovviamente non vede di buon occhio la crescita di Bernier, perché in ogni singolo distretto elettorale un voto guadagnato dal People’s Party è un voto tolto ai conservatori.

E all’interno di questa dinamica, paradossalmente Trudeau spera nella crescita del movimento di Bernier, i cui accoliti – tra l’altro – sono i presunti responsabili delle contestazioni subite dal primo ministro uscente negli ultimi giorni.

Nel distretto di York Centre, ad esempio, la deputata liberale uscente Ya’ara Saks secondo 338canada.com si trova al 42 per cento, mentre il candidato conservatore Joel Yakov Etienne è al 41 per cento. Nixon Nguyen, in corsa per il People’s Party, raccoglie il 7,7 per cento delle intenzioni di voto: la crescita del partito in questo distretto sta frenando le ambizioni dei conservatori di riconquistarlo.

Sempre secondo 338canada.com nel distretto di Vaughan-Woodbridge il deputato liberale uscente Francesco Sorbara è al 45 per cento contro il 39 per cento della conservatrice Angela Panacci. Ago della bilancia sarà rappresentato dai voti che raccoglierà Mario Greco, candidato del People’s Party che, secondo i sondaggi, si trova al 5,4 per cento.

Questo tipo di dinamica potrebbe ripersi su scala nazionale, limitando le aspirazioni di vittoria dei conservatori in decine di distretti.

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