Avanti O’Toole e Singh, ora Trudeau
rischia la tempesta perfetta

TORONTO – La tempesta perfetta, uno scenario da incubo, si sta materializzando per Justin Trudeau. I nuovi sondaggi certificano il momento di grande difficoltà per il primo ministro uscente, che non solo incassa il rafforzamento del Partito Conservatore nelle intenzioni di voto, ma che è anche costretto a subire la crescita dell’Ndp.

Il Partito Liberale, partito alla vigilia della campagna elettorale nettamente in vantaggio, in questo momento è fortemente ridimensionato, stretto tra due fuochi, con Erin O’Toole che continua a rosicchiare voti da destra e con Jagmeet Singh che inizia ad erodere il consenso da sinistra.

Ed è proprio questo il dato più allarmante che preoccupa l’entourage del leader liberale: l’ascesa, del tutto inaspettata, dei neodemocratici. In queste settimane, infatti, l’avanzata dei conservatori nelle intenzioni di voto aveva preoccupato fino a un certo punto il primo ministro uscente: la contromossa è stata quella ricalibrare l’agenda della campagna elettorale per andare a recuperare voti nell’elettorato di centrosinistra. Una strategia, quella di Trudeau, che non ha portato a risultati concreti e che anzi sembra essete stata controproducente. Anche perché l’Ndp, invece di perdere voti, sembra rafforzarsi. Stando all’ultimo sondaggio della Leger, infatti, l’Ndp dal 15 agosto ad ora ha guadagnato il 4 per cento, passando dal 20 per cento al 24 per cento delle intenzioni di voto. Il Partito Liberale ha perso il 5 per cento, scendendo dal 35 per cento al 30 per cento, mentre i conservatori, che partivano dal 30 per cento, sono saliti al 34 per cento.

Un altro dato preoccupante per il leader liberale è quello della tendenza registrata in questa campagna elettorale: fino a questo momento il consenso verso Trudeau è in picchiata.

Diversa, ma fino a un certo punto, l’istantanea scattata dall’Abacus, che in queste settimane è sempre stata più generosa verso i liberali. Nel sondaggio pubblicato ieri il Partito Liberale si attesta al 33 per cento – stesso dato registrato sette giorni fa – mentre i conservatori raggiungono il 32 per cento, con una crescita del 2 per cento. Anche in questo caso, però, viene registrata la crescita dell’Ndp, che raggiunge quota 22 per cento. Mainstreet Research, invece, continua a dare un larghissimo margine di vantaggio al partito guidato da O’Toole con il 36,9 per cento delle intenzioni di voto, mentre i liberali si attestano al 29,2 per cento.

A questo punto Trudeau deve cercare assolutamente di invertire la tendenza e dare una svolta alla campagna elettorale. Mancano sette giorni al primo dei due dibattiti, considerati due snodi chiave in vista del voto federale del 20 settembre. Di certo il destino politico del leader liberale è intimamente legato ai risultati che il partito sarà in grado di raggiungere in Ontario. Mentre si registra una sostanziale tenuta in British Columbia, in Quebec e nelle Province Atlantiche, nella nostra provincia nell’arco delle ultime due settimane abbiamo assistito a un progressivo rafforzamento del Partito Conservatore nell’area della 905 e nelle zone rurali. Il Partito Liberale inizia ad avere delle difficoltà anche a Toronto, dove è invece l’Ndp a rafforzarsi. Le possibilità di vittoria, che si sono assottigliate in maniera significativa dall’inizio della campagna, passano per forza di cose nella tenuta dei liberali in Ontario, dove nel 2019 furono in grado di conquistare 79 seggi su 121.

Un altro elemento che deve essere preso in considerazione è quello del People’s Party. Il movimento dell’ex ministro degli Esteri Maxime Bernier, infatti, pur avendo davvero poche chance di conquistare qualche seggio su scala nazionale, rappresenta una minaccia concreta per i conservatori nelle singole circoscrizioni elettorali. Quelli per Bernier, infatti, sono tutti voti tolti a O’Toole e gli ultimi sondaggi confermano il rafforzamento del People’s Party, l’unico che presenta delle istanze molto vicine alla protesta no vax in Canada.

Secondo Mainstreet Research, il movimento di Bernier si attesta al 5,7 per cento a livello nazionale, mentre per la Nanos Research il partito non supera il 3,3 per cento. Alle ultime elezioni il People’s Party non è andato oltre l’1,6 per cento, raccogliendo appena 294.092 voti.

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