Evasione fiscale: Italia maglia nera in Europa

di corriere canadese del 29 July 2019

TORONTO - Siete rimasti sorpresi? Forse molti di voi no, perché è tristemente noto il malcostume tutto italiano di evadere le tasse a più non posso, dal mancato scontrino al bar, sino alle furbate escogitate dalle più grandi e note aziende.

Dunque, secondo i dati ufficiali pubblicati dall’agenzia "The Tax Research LLP", l’Italia risulta essere prima - nella triste classifica tra i 28 Paesi che costituiscono l’Unione Europea - con una evasione fiscale che ammonta a ben 190,9 miliardi di euro.

Questa enorme somma di denaro sottratto alle casse pubbliche è cinque volte superiore all’ultima manovra finanziaria ed è pari al doppio di quanto lo Stato spende, ogni anno, per la spesa sanitaria nazionale.

Sembra non ci sia proprio verso a convincere gli italiani che pagare il dovuto - in termini fiscali - rappresenti la prima forma di contributo al benessere del Paese e per lo sviluppo delle infrastrutture, della Sanità, dell’Istruzione.

Ma si sa, primo obiettivo dell’Italiano medio è quello di risultare sempre più furbo del vicino di casa. Ci si può forse consolare guardando il resto della classifica che mostra come non siamo proprio gli unici in Europa furbetti della dichiarazione dei redditi. Al secondo posto infatti - e con una certa sorpresa - troviamo la Germania, con ben 125 miliardi di euro di mancati introiti, mentre terza è la Francia con 119 miliardi. Paesi soliti darci insegnamenti ed a farci i conti in tasca - con annesse morali - ma che loro stessi non vedono l’ora, è proprio il caso di dire, di evadere.

Quanto al Canada, secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate Federale - riferiti al 2014 - le compagnie Canadesi hanno evaso le tasse per un somma complessiva che oscilla tra i 9,4 e 11,4 miliardi di dollari. Sempre secondo i dati u.ciali, le piccole imprese canadesi - nel 2014 - hanno mancato di versare le imposte dovute per una somma che va dai 2,7 ai 3,5 miliardi di dollari, mentre le grandi aziende hanno evaso le tasse per una cifra complessiva tra i 6,7 ed i 7,9 miliardi di dollari.

Nonostante i sempre più sofisticati mezzi di indagine di cui dispone, sembra però che l’Agenzia delle Entrate Federale stenti ad arginare l’emorragia fiscale, relativa soprattutto ai conti offshore.

Evidentemente, l’appello che risuona oramai da oltre duemila anni - "date a Cesare quel che è di Cesare" - qualcuno non vuole proprio farselo entrare nella testa, a danno dell’intera società a cui lui stesso appartiene.

Giorgio Mitolo

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