
La maggior emigrazione dall'Italia, oltre al Sud America, era rivolta agli Stati Uniti. Dal tardo ‘800 al 1914 ben 3 milioni di italiani varcarono l’oceano verso gli Stati Uniti.
Suscitava quindi sospetto anche il fatto che gli emigranti partivano a febbraio per fare i coloni in Canada.
Ed anche perchè le agenzie di emigrazione, le società di navigazione, gli agenti e sub agenti, con raggiri e senza ritegno, spingevano incessantemente ad andare in Canada, la terra promessa.
Eugenio Balzan fu inviato dal Corriere della Sera anche a causa delle grosse lagnanze che giungevano fino all’Italia.
La sua testimonianza, di prima mano, è preziosa per comprendere una pagina amara della nostra emigrazione.
Giunse a Montreal il 9 maggio 1901 con la nave Lac Megantic che trasportava, tra gli altri, 227 emigranti italiani, reclutati dalle agenzie di emigrazione, come Ludwig di Chiasso, Berta di Gugliasco (Canton Ticino) e altre agenzie che si arricchivano mandando gli emigranti allo sbaraglio, con promesse mirabolanti e false, come: “Sarete sotto la protezione di gente illibata dall’istante che lasciate il patrio suolo fino alla vostra destinazione e collocamento”.
Davano del Canada descrizioni spudoratamente grottesche come: “In Canada i lupi sono più piccoli di quelli della Francia e non fanno mai male quasi a nessuno” e “l’inverno è la stagione degli affari, delle visite, delle passeggiate, delle veglie.
Le slitte sostituiscono le vetture; il sole brilla quasi sempre".
La neve, a noi sfortunatamente nota “è diversa” perchè dà meno fastidio di quella europea, infatti “nel Canada è secca e quindi non bagna, protegge il suolo e lo feconda.
Per effetto del freddo essa indurisce e forma delle magnifiche strade che permettono ai boscaiuoli di penetrare nelle foreste, tagliarvi la legna e agli agricoltori di portare le loro derrate al mercato”.
Quanto alle prospettive “ogni uomo che abbia compiuto 18 anni, ricevendo gratuitamente 64 ettari di buona terra, puÒ col solo suo lavoro e con pochissimo danaro (vi avverto che ci vogliono almeno 2.500 franchi) acquistarsi prontamente una bella agiatezza”. Falso scrive Balzan e cita il rapporto del Console Italiano a Montreal Solimbergo che “dimostrava che senza un peculio di 2500 lire in oro, non era possibile a nessuno degli emigranti di porsi all'impresa di colono”.
L’inchiesta di Balzan documenta la macchinazione infernale che fece vittime tanti emigranti e che indusse i governi europei a intervenire. Racconta una storia di orrori.
Le agenzie di emigrazione reclutavano gli emigranti, li facevano sbarcare a Quebec City e poi li costringevano a pagare loro altre dieci lire per giungere a Montreal, dove avevano promesso di collocarli. Balzan a Montreal vide che solo pochi partivano per lavorare nelle ferrovie nel nord dell'Ontario e in Manitoba “la remunerazione - scriveva - è meschina, molti gli affamati e tra quelli che non trovano lavoro, molti si ammalano, alcuni sono morti negli ospedali”.
A Montreal trova migliaia di operai italiani maschi scapoli “come alloggino - scrive - vi dico, in dieci e più nella stessa stanza, buttati a terra, uno sopra l’altro”.
La situazione era talmente tragica che i giornali canadesi di Montreal “sperano - scrive Balzan - che il Corriere contribuisca a far cessare ‘l'abominevole mercato’ che è una vergogna per l'Italia”.
L’emigrazione era considerata “mercato”, non diversamente da oggi per i trafficanti di vite umane del Mediterraneo.
Robert Harney nel volume “Montreal's King of Italian labour” dice che, comunemente, l'emigrazione veniva definita “commercio di carne umana”.
Padre Mazziotta, parroco della Parroccchia Italiana di Montreal scrisse al vicario della diocesi di Treviso perchè “non fosse mandata tanta gente a tribolare.
Fate che cessi questo scandalo che e' una vergogna per l'Italia”.
Chi trovava lavoro era “maltrattato dai capi”, invocando invano protezione dal governo.
Balzan conclude “i disoccupati sono in condizioni sempre peggiori”.
Per molti perÒ: “non c'è lavoro... non c'e lavoro” - ripete - citando gli esempi degli italiani che cercavano di entrare clandestinamente negli Stati Uniti passando per il Canada “anche senza passaporto”, come fecero un centinaio di lavoratori. Sfiniti e senza lavoro chiedevano aiuto alle autorità ecclesiastiche.
Balzan menziona specialmente padre Leonardo Mazziotta che indefessamente si adoperava per aiutare come poteva, “perchè l’agenzia che li ha fatti venire è incapace di occuparli”.
Il console italiano di Montreal Jerome Internioscia, un avvocato che occupava la funzione part time, amaramente commenta: “I giornali canadesi fanno descrizioni ributtanti e non si puÒ fare nulla giacchè non fanno che metter in luce la pura verità”.
Balzan conclude: “Questa emigrazione resterà memorabile perchè mai la nostra povera gente, recandosi in paese straniero, è stata cosÌ atrocemente ingannata ed ha trovato tante tribolazioni”.
(segue)