Gli chef italiani nel mondo

Ecco gli struffoli, perfetti per concludere l’anno

In esclusiva per i lettori del Corriere Canadese, prosegue la nuova rubrica settimanale dedicata alla cucina italiana in Canada, in Nordamerica e nel mondo, che va ad arricchire la nostra storica “Cucina di Teresina” presente da anni sul nostro quotidiano. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con “CHEF Italia” che ci consente di pubblicare una serie di ricette proposte dai migliori chef italiani presenti in tutto il mondo. I cuochi possono inviare le loro ricette via e-mail all’indirizzo seguente: alex.cs1996@gmail.com

NAPOLI – Ecco una dolce proposta dello Chef Antonio Arfè: gli struffoli napoletani. Morbidi, gustosi e fragranti, non possono mancare sulle tavole del periodo natalizio. Morbide palline di pasta dolce, fritte e imbevute nel miele. Gli struffoli napoletani sono un dolce caratteristico della tradizione, anche se sono preparati in varie regioni ed hanno nomi differenti. Possono essere decorati in maniera svariata ed hanno una storia molto antica. La parola probabilmente deriva da strofinare, che in dialetto napoletano è diventato struffolo. Strofinare descrive la manualità nell’arrotolare i cilindri di pasta, prima di tagliarli nelle palline che diventeranno gli struffoli fritti. La parola struffolo potrebbe anche derivare dal greco “stróngylos” che significa “di forma tondeggiante”. Secondo altri, invece, l’origine è spagnola e sarebbe legata alla lunga dominazione. Tra i dolci andalusi esiste un dolce, il piñonate, diverso solo per la forma: in Sicilia, infatti, gli struffoli sono chiamati pignolata. Ma veniamo ora agli ingredienti e la ricetta completa degli struffoli dello Chef Antonio Arfè: 2 kg. di farina 00, 12 uova intere + 4 tuorli, 300 gr. di burro, 200 gr. di zucchero, 16 gr. di sale, 80 gr. di liquore limoncello oppure di Strega® o di anice, 2 zeste di arancia, 2,5 lt. di olio di girasole o di arachide, 1 kg. circa di miele millefiori, canditi, anicini, diavolini e cannellini q.b. …ed ecco il procedimento: mettete in una planetaria tutti gli ingredienti, in questo caso fino alle zeste di arancia, dopodiché impastate a velocità media fino a che l’impasto sarà diventato liscio ed omogeneo, quindi avvolgetelo in una pellicola alimentare e fatelo riposare in un luogo fresco ed asciutto per circa 45 minuti. Trascorso il tempo, spezzate la pasta in piccole quantità e, con le mani, arrotolate fino a che la pasta prenderà la forma di un grissino sottile, tipo torinese. Con un coltello o con una raschia taglia impasto di acciaio, spezzate i grissini ottenuti in tante piccole sfere, più o meno della grandezza di un piccolo chicco di mais. A questo punto, potete friggerle in olio caldo, avendo l’accortezza di farlo in piccole quantità alla volta e schiumando spesso; non appena gli struffoli saranno imbionditi, sollevateli con la schiumarola e poneteli in un gastronorm forato 1/1. Nel frattempo, sciogliete il miele in un tegame basso e capiente, dopodiché potete procedere a nappare gli struffoli ottenuti; fatto questo, disponeteli in un pirottino o in un piatto smerlato a forma di cupola, dategli la forma che preferite e guarniteli con dei confettini, con piccoli frutti canditi oppure con scorza di cedro, di zucca e con scorza di arancia candita. Possono essere senz’altro accompagnati da un buon Passito o da bollicine rosate. Buona degustazione e… buon anno!       

Il protagonista / Antonio Arfè – Dai Quartieri Spagnoli ai vertici di CHEF Italia 

NAPOLI – Oggi parliamo di un “big” della ristorazione napoletana, lo Chef Antonio Arfè, Presidente di CHEF Italia.

Antonio nasce a Napoli nel quartiere Chiaia, da una famiglia impegnata nel commercio di generi alimentari fin dal 1870. La prima attività fu impiantata nei Quartieri Spagnoli, tuttavia, nel 1948, venne aperta una seconda sede in via Giacomo Piscicelli, zona Chiaia, che è attualmente ancora operativa e costituisce uno degli esercizi storici più rinomati della zona.

Fn da giovanissimo, terminati gli studi, per una serie di vicissitudini personali, decide di iniziare a lavorare nell’attività familiare che si occupava, principalmente di fornire molti ristoranti, ed è proprio durante le consegne che si soffermava sempre nelle cucine assistendo, estasiato, a tutto il lavoro dei cuochi. Proprio in un noto circolo di Posillipo, su suggerimento di uno Chef, decide di dare una svolta aziendale introducendo, accanto ai generi alimentari, anche la vendita di prodotti preparati e cibi cotti. Inizia quindi ad impiantare una cucina in un locale adiacente al negozio e, seguito professionalmente da uno Chef, si iscrive, allo stesso tempo, ad un corso di cucina della Capac Sud.

Terminato il corso, finalmente, comincia una vera escalation professionale: infatti i cibi cotti per asporto vanno a gonfie vele, inizia la refezione scolastica di scuole comunali e private e avvia una società volta all’apertura di un ristorante di ben 60 coperti; a seguire lavora per 18 mesi alla “Taverna degli amici”, 4 anni al Bagno Elena, poi a Cannes (Francia) e ancora in giro per l’Europa. Docente in vari corsi di cucina, esperto esterno agli esami di qualifica in diversi istituti alberghieri, consulente.

In Gastronomia, la sua attività, inizia con i catering, partecipando a tantissime manifestazioni, vincendo l’oro assoluto in una competizione nazionale di cucina calda a squadre. Lavora anche 18 mesi presso la tenuta La Marca a Saviano, poi è lo Chef presso il Ritrovo del buongustaio, a seguire è lo Chef del Royal Vesuvio di Trecase e alla Maison Toledo di Pozzuoli, oltre a ricoprire la carica di docente presso l’ISFAD. Attualmente lavora presso la propria omonima Gastronomia Arfè, che da sempre ha costituito la palestra dove si è formato e dove si tengono spesso corsi di cucina e sperimentazioni di nuovi piatti in collaborazione con diversi colleghi.

Creare un nuovo piatto – ci dice il nostro Chef Antonio Arfè – significa esprimere se stessi, quando si cucina si esprimono le sensazioni più nascoste per narrare la propria natura, mettendo insieme le “note” della personalità di ognuno, quasi creando una sinfonia. Infatti, in cucina tutto avviene secondo un ritmo metodico e, da appassionato di musica, ha sempre sostenuto che chi cucina è come se realizzasse una melodia, esattamente come un compositore. Il complimento migliore che si possa ricevere – continua lo Chef Antonio – è la totale soddisfazione del cliente.

Le sue creazioni sono legate al bagaglio culturale culinario basato sulla vera tradizione napoletana e propone, infatti, diversi piatti della cucina partenopea ma rivisitati secondo il suo gusto creativo ma che, comunque, mantengono un legame indissolubile con Napoli.

Più che un’attività commerciale, la Gastronomia Arfè è oggi un vero punto d’incontro per appassionati di gastronomia, dove si propongono i più svariati prodotti di salumeria, sempre di primissima qualità, con un’ampia selezione di prodotti tipici. E poi i formaggi, la mozzarella, la provola di bufala e il fior di latte di Agerola, sono il fiore all’occhiello tra le tante specialità dei migliori caseifici campani che, ogni giorno, vengono proposte sempre fresche, grazie a forniture anche pomeridiane, e apprezzatissime dalla loro clientela. specialmente i vassoi e i taglieri addobbati con tutte le loro molteplici specialità casearie. E, ancora, le torte e le pizze rustiche come i tortani e le varie sfoglie: di scarola, di salsicce e friarielli, di peperoni e provola e di melanzane e provola, la frolla rustica, il babà rustico, il danubio, le crostate di ricotta e verdure e tanto altro, tutte di loro esclusiva produzione. Info: www.gastronomia-arfe.it

(Rubrica a cura di Marzio Pelù and Ynot, testi di Alex Ziccarelli)

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