Canada

Dazi, incertezza e crescita a rilento: budget, in corso le consultazioni

TORONTO – Sostenere la ripresa economica, in una fase di grande incertezza caratterizzata dalla guerra economica con gli Stati Uniti. Sarà questo l’obiettivo prioritario del Budget 2025, che sarà presentato dal governo federale il prossimo autunno. Il primo ministro Mark Carney e il ministro delle Finanze François-Philippe Champagne dovranno sudare le fatidiche sette camicie per trovare la quadra in un contesto economico fortemente destabilizzato dalle continue tensioni con gli States, dai dazi imposti dal presidente americano e dalle contro tariffe attivate dall’esecutivo federale che penalizzano, in primo luogo, i consumatori canadesi.

Il governo in questi giorni ha confermato di essere impegnato nella fase consultiva pre-budget, dove esponenti dell’esecutivo si incontrano con associazioni di categoria, rappresentanti del settore produttivo e delle parti sociali, per avere un’idea delle singole priorità che eventualmente troveranno spazio nella Manovra 2025, la prima a firma Champagne. Nulla di straordinario – ci tiene a precisare Ottawa – poiché ogni anni la stesura della Finanziaria vera e propria è preceduta da questa serie di incontri per fare il punto della situazione e per tracciare le linee guida che poi caratterizzeranno l’ossatura del Budget stesso. Il dato al di fuori dell’ordinario, semmai, e quindi straordinario, è rappresentato dalla zavorra alla nostra economica costituita dalle tariffe dell’inquilino della Casa Bianca. Il governo quindi dovrà per forza di cose mettere nero su bianco i piani di spesa tenendo conto del peso dei dazi doganali, che danneggiano la stabilità economica, frenano la crescita e che potrebbero alla lunga provocare anche una recessione.

La parola d’ordine è quindi prudenza, anche perché l’esecutivo è contemporaneamente impegnato in un’altra importante partita, che è quella della trattativa per arrivare a una tregua nella guerra commerciale, senza dimenticare che già dall’anno prossimo sarà possibile andare a rinegoziare il trattato di libero scambio Cusma con gli Stati Uniti e con il Messico.

Insomma tante, troppe incognite all’orizzonte, che rischiano di soffocare l’azione di governo chiamato anche a tutelare quelle categorie e quei settori che stanno sentendo maggiormente il peso dei dazi doganali, come ad esempio quello della produzione e lavorazione dell’acciaio e quello dell’alluminio.

“Dal nostro punto di vista, è il nostro primo bilancio. Vogliamo fare le cose per bene”, ha detto Wayne Long, deputato di Saint John-Kennebecasis e segretario di Stato per l’Agenzia delle Entrate canadese e le istituzioni finanziarie. Long ha attraversato il paese da metà luglio, parte di un piano per visitare 45 città e ogni provincia e territorio nell’arco di due mesi.

Long ha detto che l’aggiornamento fiscale sarà “incentrato sulla difesa” e “sull’edilizia abitativa” – riflettendo gli impegni sin dai primi giorni dell’attuale governo – e amplierà i temi stabiliti nel Building Canada Act approvato a giugno. Quella legislazione, che è arrivata con una spinta per grandi progetti infrastrutturali, è arrivata sullo sfondo della guerra commerciale del Canada con gli Stati Uniti e delle richieste di costruire l’economia nazionale e le rotte commerciali globali per diminuire la dipendenza dagli Stati Uniti.

In alto, il primo ministro Mark Carney (foto: X – Carney)

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