Canada

Dazi, accordo in 30 giorni. Unità d’intenti al Summit G7

TORONTO – Crisi dei dazi e Vertice G7. Mark Carney nella tre giorni di Kananaskis ha dovuto lavorare su questo doppio delicatissimo fronte. Il primo ministro a un lato è riuscito ad incassare una mezza promessa da Donald Trump sul possibile accordo sulle tariffe doganali entro 30 giorni, dall’altro ha dovuto fare i salti mortali nel lavoro di cucitura per arrivare a una dichiarazione congiunta dei 7 Grandi sulla crisi Israele-Iran, assicurandosi anche la firma in calce dell’inquilino della Casa Bianca che in un primo momento sembrava titubante a firmare la posizione comune. In ogni caso il bilancio di questo Summit G7 canadese, conclusosi ieri, è molto positivo.

Per quanto riguarda la partita aperta con il presidente americano, per la prima volta dallo scoppio della guerra commerciale ci troviamo di fronte a una possibile road map per uscire dalla crisi. L’ufficio del primo ministro, infatti, ha confermato come nel bilaterale tra Carney e il tycoon americano, le due parti abbiano deciso di fissare in 30 giorni la scadenza di un potenziale accordo che ponga fine alla contrapposizione commerciale che sta creando gravi danni nelle due economie coinvolte. Si tratta ovviamente di un progetto ambizioso, ma allo stesso tempo siamo di fronte a un netto passo avanti rispetto al muro contro muro delle scorse settimane.

Per quanto riguarda il Summit G7, anche ieri i leader mondiali senza Trump – tornato negli States lunedì sera in seguito all’aggravarsi della crisi mediorientale – hanno partecipato a delle sessioni di lavoro su temi spinosi quali la sicurezza energetica e soprattutto la situazione in Ucraina.

In mattinata lo stesso Carney ha accolto a Kananaskis il pressidente ucraino Volodymyr Zelensky, al quale ha ribadito il pieno appoggio e il pieno sostegno di tutti i Paesi del G7. Il primo ministro canadese, nell’incontro con i giornalisti prima del bilaterale con il leader ucraino, ha voluto porre le condoglianze per i 17 civili uccisi in nottata a Kiev dai missili russi, in uno dei più brutali contro la popolazione ucraina dall’inizio dell’invasione russo.

Allo stesso tempo Carney ha ribadito la volontà dei Paesi G7 a mantenere l’integrità territoriale ucraina che va però di pari passo agli sforzi da parte di tutti di avviare un negoziato di pace con Mosca, preceduto da un cessate il fuoco o da una tregua.

Per tutta la giornata di ieri Carney è stato impegnato in una lunghissima lista di incontri bilaterali: con il segretario generale della Nato Mark Rutte, con il segretario generale delle Naizoni Unite António Guterres, con il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, con la presidente messicana Claudia Sheinbaum e con il primo ministro indiano Narendra Modi.

Quest’ultimo incontro è stato aspramente criticato per via delle tensioni che stanno attraversando i rapporti tra Ottawa e Nuova Delhi in seguito all’omicidio avvenuto in British Columbia dell’attivista sikh Hardeep Singh Nijjar con il presunto coinvolgimento del governo indiano. Per Carney, invece, l’incontro con Modi ha rappresentato un modo per ricucire gli strappi in una relazione messa a dura prova nei mesi scorsi.

In alto, la foto di Gruppo al G7 di Kananaskis (foto G7 Canada)

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