TORONTO - Che questo film avrebbe fatto discutere era chiaro fin dall’inizio. Ora, nonostante il successo al botteghino, i più grandi distributori canadesi - Cineplex e Landmark - hanno deciso di non prolungare le proiezioni di Unplanned dopo giovedì prossimo. Una decisione, questa, che Cary Solomon, che con Chuck Konzelman ha scritto, diretto e prodotto Unplanned, trova .assurda” e .incomprensibile”.
"Cineplex e Landmark hanno deciso che non continueranno a proiettare il film. Ora vorrei chiedere, quale business che registra il tutto esaurito all’improvviso decide di interrompere la sua attività? - ha dichiarato Solomon a LifeSiteNews - quindi se questo non è politico e se questo non è motivato dall’agenda, è assurdo. Siete nell’industria cinematografica per vendere biglietti”.
Ma questa situazione ha portato i registi a compiere un passo "senza precedenti", ha detto B.J. McKelvie, presidente del distributore canadese di Unplanned, Cinedicom: a partire dal 9 agosto, sarà consentito ai gruppi basati sulla fede, ai gruppi pro-life, alle persone e ad altre parti interessate di vendere i biglietti per proiettarlo nelle chiese o in altri luoghi.
«È emozionante - ha detto a LifeSite- News McKelvie - non penso che sia mai stata fatta una cosa del genere prima d’ora».
Il film - che drammatizza la conversione di Abby Johnson da direttrice di una struttura dove si praticano aborti, la Planned Parenthood, ad attivista pro-life - è uscito negli Stati Uniti il 2 9 marzo, dove ha incassato 1,8 milioni di dollari. In Canada Cineplex ha proiettato Unplanned in 14 sale cinematografiche per una settimana, e Landmark in sette, nel mezzo di una marea di polemiche.
Unplanned ha superato qualsiasi aspettativa facendo incassare 352mila dollari nel weekend di apertura in 49 cinema, un trend che è continuato nei giorni seguenti. «I numeri del botteghino sono stati $95.000 lunedì, $95.000 martedì e $112.000 mercoledì», ha detto Konzelman. Nel frattempo, Unplanned verrà visto .in tutte le nazioni sulla faccia della terra - ha detto Solomon - Messico, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Giamaica, Singapore, Malesia, Spagna. Ma anche in Brasile, Corea, Australia, Polonia, Nuova Zelanda e probabilmente in Argentina».
Intanto dopo aver sostenuto l’aborto in Georgia Netflix ha registrato un calo del numero degli abbonati: mercoledì ha riportato una perdita di 126mila abbonati rispetto alle aspettative degli analisti di un aumento di 352mila. L’attivista pro-vita Lila Rose, presidente e fondatrice di Live Action ha twittato che .Quando la Georgia ha approvato l’ "heartbeat bill”, Netflix ha minacciato di interrompere gli affari nello stato pro-vita”.
In Georgia lo scorso 7 maggio il bill in questione è diventato legge grazie al governatore repubblicano Brian Kemp ed entrerà in vigore il 1 gennaio. La legge imporrà restrizioni all’aborto dopo che il battito cardiaco del feto può essere rilevato.
«La metà del paese è a favore della vita. La stragrande maggioranza vuole limiti all’aborto - ha aggiunto Rose - le opinioni pro-aborto di Netflix sono regressive e non appartengono a una società civile e amorevole. Sveglia, Netflix. Molti dei tuoi dipendenti, clienti e l’America sono sempre più a favore della vita».