TORONTO - Se in Italia metti insieme quattro tifosi di due squadre diverse ci scappa, certamente, un casotto. A Toronto no, qui il calcio lo si vive in maniera diversa.
La passione per la squadra del cuore è la stessa. Di diverso c’è la civiltà del confronto, i pro ed i contro del tifoso della Lazio vengono confutati dal tifoso della Roma, magari con qualche sfottò, ma senza degenerare in rissa.
La Società dei Magnaccioni nata da un’idea di Vito Caressa, è un club virtuale i cui soci sono i tifosi di tutte le squadre italiane. Il club non ha una sede e si riunisce, naturalmente, in un ristorante dove si mangia bene.
Caressa, nativo di Ostia, ex mezzobusto della tv canale 47, tifoso senza limiti della Roma, puntualizza: «Inizialmente eravamo tre o quattro amici che, tra un piatto di carbonara e un abbacchio, parlavamo di calcio. Poi da cosa nasce cosa ed ora di “Magnaccioni” siamo quasi quaranta, tutti tifosi di squadre diverse. Quella della settimana scorsa è stata la seconda cena pallonara, la terza tra due mesi. Chi paga? Facciamo alla romana, naturalmente».
«Di che parliamo tra una portata e l’altra? L’ultima volta il virus cinese non aveva ancora stravolto il campionato. L’argomento principale era se la Lazio poteva sperare di raggiungere il primo posto, cosa poi avvenuta, ma noi ipotizzavamo una sconfitta della Juve con l’Inter, partita poi rinviata. Certo, da come si sono messe le cose questo è proprio un campionato falsato».
«Chi vince questo campionato falsato? La Lazio assolutamente no. La meno peggio sarebbe l’Inter», conclude il capoccia, si fa per dire, dei Magnaccioni.
Caressa, avendo smarrito la lista dei partecipanti all’ultima riunione ricorda a braccio soltanto alcuni nomi: Nino Cioppa, Sergio Onorati, Salvatore Marra, Luca Tomanelli, Rino Sielca, Alessio Busetti, Mauro Campa, Beppe Bernardini, Miche Molino, Filippo Gravina.
«C’era anche un argentino grane amante del nostro calcio, Sam Gallucci. Mancava, perché indisposto, Franco Limoncelli che con Nino Cioppa è uno dei padri fondatori dei Magnaccioni».
Nella foto, la tavolata della Società dei Magnaccioni, Vito Caressa in primo piano con la maglia della Roma