
“Vivo a Toronto da dodici anni - ha risposto Mulroney - e mi ricordo che siamo stati seduti a tavola insieme dieci anni fa e abbiamo parlato. Me lo ricordo, perché sono una buona ascoltatrice”.
Il messaggio della candidata leader è chiaro: la sua sarà una campagna che cercherà di evitare le polemiche. “Se lui vuole condurre una campagna di questo tipo - ha aggiunto - lo faccia pure.
Io non sono quel tipo di persona, io voglio vedere il meglio nelle persone”. Mulroney, intanto, si è pure assicurata l’endorsement di Rod Phillips, uno dei potenziali candidati alla successione di Brown. “Dobbiamo scegliere - ha spiegato in un tweet - un leader che possa unire il partito e sconfiggere Kathleen Wynne.
Sono convinto che Caroline Mulroney sia la leader di cui il PC ha bisogno”. Resta da capire come si posizioneranno i singoli componenti del caucus conservatore nei prossimi giorni. È chiaro che Ford punta al dialogo diretto con la base e i militanti, mentre Elliott cercherà di riguadagnarsi il sostegno degli mpp che già l’appoggiarono nella corsa alla leadership del 2015. Mulroney ha invece un’ulteriore carta da giocare: quella del cognome e del peso politico del padre, un elemento ancora spendibile che potrebbe dare forza e credito alla sua campagna.