Canada

Trudeau, consenso ai minimi termini
anche tra gli elettori del Partito Liberale

TORONTO – Il livello di consenso e il tasso di fiducia verso Justin Trudeau sono in picchiata. È quanto mette in luce un’istantanea scattata dalla Angus Reid che conferma come l’indice di gradimento dell’elettorato canadese nei confronti del primo ministro sia arrivato ai minimi termini. Ma non solo. Il malcontento strisciante non è presente solamente negli elettori degli altri partiti: lo stato di malessere generalizzato verso il primo ministro e le sue politiche è rintracciabile anche nell’elettorato tradizionalmente liberale.

Ma andiamo con ordine. Secondo il sondaggio pubblicato ieri dalla Angus Reid, se si dovesse votare in questo momento il Partito Cosnervatore di Pierre Poilievre si attesterebbe attorno al 37 per cento, non lontano quindi dalla soglia del 40 per cento che storicamente in Canada – anche se non sempre – garantisce al maggioranza assoluta dei seggi alla House of Commons. Il Partito Liberale invece si troverebbe in netta difficoltà, con un crollo delle intenzioni di voto e verrebbe relegato al ruolo di opposizione ufficiale per la prima volta dal 2015. Secondo la Angus Reid, i grit se si votasse in questo momento non andrebbero oltre il 29 per cento, un valore questo che non rappresenta a dovere la situazione di difficoltà in cui si trova il partito. La distribuzione del voto nei singoli distretti elettorali, penalizzerebbe ancora di più il partito del primo ministro, che reggerebbe solamente in Quebec e perderebbe terreno in tutte le altre province, a partire dall’Ontario per arrivare alla British Columbia e alle provincie Atlantiche, feudo tradizionale questo del voto grit.

L’Ndp di Jagmeet Singh, invece, continua ad attestarsi attorno al 20 per cento delle intenzioni di voto, un valore questo costante nei sondaggi degli ultimi mesi.

Un’analisi dettagliata degli umori dell’elettorato liberale ci aiuta a capire quanto sia realmente profonda la crisi all’interno della galassia grit, con una buona fetta di sostenitori pronti a votare per un altro partito nel caso in cui non avvenisse un avvicendamento nella leadership della forza politica.

Un elemento significativo messo in luce dalla Angus Reid è la connessione tra il malcontento verso il partito e l’incidenza della crisi economica scatenata dall’aumento dell’inflazione e dal contemporaneo rialzo dei tassi d’interesse, arrivati al 4,75 per cento che rappresenta il record degli ultimi 22 anni. Tra coloro che stanno peggio finanziariamente – stando “all’indice di stress economico dell’Angus Reid” – la metà (51 per cento) voterebbe per i conservatori mentre circa un terzo sosterrebbe i liberali (18 per cento) o l’Ndp (16 per cento).

Queste preoccupazioni economiche sembrano generare un’insoddisfazione nei confronti dei liberali in carica tra i sostenitori dello stesso partito.

Tra coloro che hanno sostenuto il Partito Liberale nel 2021, il 41 per cento di chi fa fatica ad arrivare a fine mese non si impegnerebbe a sostenere nuovamente il partito, insieme al 44 per cento di coloro che invece dichiarano di essere in difficoltà.

La tendenza generale per i liberali è probabilmente sconcertante per gli strateghi del partito. Alla fine del 2021, dopo che il partito era riuscito a vincere un governo di minoranza, l’80 per cento degli elettori liberali ha dichiarato che avrebbe sostenuto nuovamente il partito se si fossero tenute le elezioni. Questo è sceso al 72 per cento entro la fine del 2022 ed è sceso al 67 per cento complessivo questo mese. Forse ad ammorbidire questo colpo, tuttavia, è il fatto che la maggior parte di questi ex sostenitori liberali afferma che voterebbe per l’Ndp (15 per cento), che ha sostenuto il governo liberale di minoranza con un accordo di fiducia e fornitura dalle ultime elezioni.

Nel frattempo, i conservatori all’opposizione mantengono gran parte del loro sostegno per il 2021, con l’84 per cento degli elettori che esprime l’intenzione di tornare all’ovile. La percentuale complessiva delle intenzioni di voto del partito è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi 16 mesi, oscillando tra il 35 e il 37 per cento a livello nazionale.

More Articles by the Same Author: