Testa a testa senza la maggioranza assoluta

di Francesco Veronesi del 24 April 2019

TORONTO - La prossima legislatura potrebbe essere guidata da un governo di minoranza. O almeno è questo lo scenario dipinto dalle proiezioni sulla futura distribuzione dei 338 seggi della House of Commons in vista del voto di ottobre sulla base di uno studio fatto dal Laurier Institute for the Study of Public Opinion and Policy della Wilfrid Laurier University in Waterloo.

Nell’analisi vengono elaborati i dati dei sondaggi dell’ultimo mese fatti dai principali istituti di ricerca con un campione complessivo di oltre 15mila persone intervistate. Stando alla ricerca, il Partito Liberale conquisterebbe 157 seggi rispetto ai 184 ottenuti alle elezioni del 2015, ben lontano quindi dai 170 necessari per avere la maggioranza assoluta alla Camera.

I conservatori farebbero un significativo salto in avanti, passando dai 99 seggi di quattro anni fa a 148. Tracollo annunciato quello dell’Ndp, che non andrebbe oltre i 27 seggi rispetto ai 44 del 2015.

Nella proiezione si registra il netto calo del Bloc - che passerebbe da 10 ad appena 3 - mentre i verdi aggiungerebbero un altro seggio a quello già detenuto da Elizabeth May.

Non sfonda il People’s Party, che conquisterebbe appena un seggio. Si tratta, ovviamente, di uno scenario che potrebbe mutare da qui all’appuntamento alle urne. Per ora la parziale tenuta dei liberali è garantita unicamente dall’aumento dei consensi in Quebec, dove i grit passerebbero da 40 a 60 seggi.

In tutte le altre province si assiste invece a un progressivo calo del Partito Liberale e un proporzionale aumento dei conservatori.

In Bc ci sarebbe un ribaltamento di forze, con i tory che diverrebbero il primo partito, stesso discorso per l’Ontario dove i liberali potrebbero perdere 27 seggi a vantaggio dei conservatori (+18) e Ndp (+5). I liberali, inoltre, sarebbero in gravi difficoltà anche nelle province atlantiche, tradizionale feudo grit: dal 32 a 0 del 2015, si passerebbe a un 21 a 10, con un seggio anche per l’Ndp.

Nel caso in cui i risultati dovessero confermare le proiezioni di voto, anche la geografia politica dell’Alberta, del Manitoba, del Saskatchewan e dei Territori cambierebbe profondamente rispetto a quattro anni fa. In Alberta, infatti, ci troveremmo di fronte a un cappotto dei conservatori, che conquisterebbero 33 seggi sui 34 disponibili.

Nelle altre due province delle Praterie i tory invece consoliderebbero il loro vantaggio con 21 seggi rispetto ai 15 delle ultime elezioni, con il netto calo dei liberali e dell’Ndp.

Insomma, è evidente una progressiva disaffezione dell’elettorato per il partito di Justin Trudeau, che in questo momento tiene grazie essenzialmente a due fattori: l’aumento dei potenziali seggi in Quebec - anche grazie all’azione di disturbo del People’s Party di Maxime Bernier a danno dei conservatori - e le difficoltà dell’Ndp, che non solo non riesce a catturare il voto dei liberali scontenti ma che addirittura perde consensi nelle regioni tradizionalmente neodemocratiche.

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