Si chiude l’era Horwath
in chiaroscuro, ora si apre
una fase di rinnovamento

di Francesco Veronesi del 29 June 2022

TORONTO - Tredici anni alla guida del partito, quattro elezioni provinciali, altrettante sconfitte alle urne. Con la nomina ieri del nuovo leader ad interim dell’Ndp, si chiude ufficialmente l’era di Andrea Horwath (nella foto sopra) alla guida della sinistra provinciale in Ontario. Una leadership, quella della deputata eletta a Hamilton Centre, caratterizzata da alti e bassi, da momenti di grande vitalità e di altrettanti passaggi a vuoto e occasioni mancate. Ora il partito avrà la possibilità di voltare pagina, riorganizzarsi a livello territoriale e rinnovare i vertici, in un processo che si concluderà con l’elezione del nuovo leader e la preparazione del prossimo appuntamento alle urne nel 2026.

Entrata in parlamento per la prima volta nel 2007, la Horwath divenne leader dell’Ndp nella corsa alla leadership del 2009, sconfiggendo gli altri candidati Peter Tabuns, Gilles Bisson e Michael Prue ed ereditando un partito quasi allo sbando dopo le batoste elettorali del 1999, del 2003 e del 2007 rimediate sotto la guida di Howard Hampton.

La fase di ricostruzione del movimento ndippino fu lunga e caratterizzata da strappi e contraddizioni, con il difficoltoso rapporto con il mondo sindacale e la diffidenza generalizzata dell’elettorato dell’Ontario dopo l’esperienza - l’unica - del partito alla guida della provincia sotto Bob Rae.

Le quattro elezioni nelle quali la Horwath ha guidato il partito hanno portato ad altrettante sconfitte. Nel 2011 l’Ndp prese poco più di 980mila voti (22,7 per cento), eleggendo a Queen’s Park 17 deputati. Nel 2014 il voto popolare arrivò a 1.144.576 preferenze (23,75 per cento) con la conquista di 21 seggi, mentre quattro anni dopo, nel 2018, ci fu il risultato migliore sotto la sua guida, con 1.925.512 voti - record del partito, superiori a quelli della vittoria di Rae, quando le preferenze furono 1.509.000 - pari al 33.57 per cento con 40 candidati eletti nell’assemblea legislativa provinciale. Alle elezioni del 2 giugno di quest’anno, infine, il passo indietro, con il livello di consenso quasi dimezzato - 1.072.769 voti - pari al 23,8 per cento e 31 seggi conquistati.

Dalton McGuinty, Kathleen Wynne, Doug Ford due volte: questi sono stati i candidati premier che hanno battuto la Horwath alle urne.
Cosa resterà quindi di questi tredici anni leadership neodemocratica? Il giudizio per forza di cose è destinato ad essere in chiaroscuro. Da un lato la Horwath ha avuto la forza di riorganizzare la sinistra provinciale e, seppure lentamente, di aumentare il livello di consenso nell’elettorato dell’Ontario, un’operazione che però si è fermata bruscamente nell’ultimo appuntamento alle urne.

Dall’altro, però, l’ormai ex leader non è stata in grado di far fare al partito l’ultimo decisivo passo in avanti per arrivare al governo della provincia. Horwath non è stata in grado di capitalizzare l’oggettiva debolezza del Partito Liberale nelle ultime due legislature, con il voto grit che invece di andare ad alimentare un’eventuale crescita dei neodemocratici ha preferito virare a destra verso il Progressive Conservative.

Il trionfo alle urne del 2 giugno per il partito del premier uscente è stato facilitato in parte anche dalla fiacca opposizione a Queen’s Park durante i due anni di picco pandemico e dal progressivo logoramento dei rapporti tra l’Ndp e il mondo del lavoro: il sostegno del Liuna e di altre importanti sigle sindacali a Ford rappresenta una contraddizioni in termini per un partito la cui ragione sociale e politica dovrebbe essere quella di rappresentare in primo luogo i diritti dei lavoratori. È evidente che ci sia stato un cortocircuito tra la sua leadership e il mondo del lavoro, che ha deciso di appoggiare un partito accusato in passato di fare gli interessi dei settori più privilegiati della società a scapito della classe media e delle fasce più vulnerabili.

Il nuovo leader, che sarà eletto nei prossimi mesi, dovrà proprio ripartire da questo: fare tesoro delle conquiste ma anche e soprattutto degli errori strategici commessi in questi 13 anni, cercando di ricucire gli strappi con il mondo sindacale.

Per la Horwath, a quanto pare, si potrebbe aprire una nuova fase della sua carriera politica, con la candidatura alla poltrona di sindaco a Hamilton.

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