TORONTO – Il primo ministro canadese Justin Trudeau non si lascia intimidire e continua sulla sua linea di pensiero: il Canada non tralascerà nessuna occasione di parlare con fermezza sulle questioni dei diritti umani, là dove se ne presenterà l'occasione. Ma la disputa sorta con l'Arabia Saudita, in difesa di una cittadina americana, arrestata dopo le sue dimostrazioni sui diritti delle donne, ha confermato a Trudeau una certezza che ormai andava guadagnando sempre più terreno: il Canada è solo. A voltargli le spalle soprattutto sono proprio gli Stati Uniti, che mentre l'Arabia scagliava le sue frecce contro il Canada, è rimasto a guardare senza tener conto neanche del caso particolare di una cittadina appartenente proprio alla confederazione degli stati americani. Dall'insediamento di Trump alla Casa Bianca i rapporti tra i due paesi confi nanti sono andati via via logorandosi. Lo stiamo vedendo con le rinegoziazioni sul Nafta, con la questione dei richiedenti asilo che attraversano i confi ni statunitensi diretti verso il Canada e gli attacchi contro le politiche canadesi sul protezionismo del commercio. La questione tra il Canada e l'Arabia Saudita è solo l'ultima in ordine cronologico. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che ne sarebbero rimasti fuori. “Spetta ai governi dei due paesi risolvere questo problema” - ha espressamente a ermato la portavoce del dipartimento di stato Heather Nauert - “Entrambe le parti devono risolverlo diplomaticamente insieme. Non possiamo farlo noi per loro”. Diversi paesi hanno espresso sostegno per l'Arabia Saudita, tra cui l'Egitto e la Russia. Justin Trudeau ha asserito che il Canada continuerà a impegnarsi diplomaticamente e politicamente con l'Arabia Saudita: “Abbiamo rispetto per la loro importanza nel mondo e riconosciamo di aver fatto progressi su una serie di questioni importanti”. Intanto l'Arabia Saudita ha deciso di richiamare migliaia di studenti dal Canada, ha sospeso i voli della sua compagnia di bandiera e sta prendendo in considerazione altre misure contro la nostra nazione. Thomas Juneau, professore all'Università di Ottawa, non vede una gravità nel diverbio con l'Arabia Saudita, anche se rifl ette su cosa potrebbe fare il Canada, da solo, nel caso si presentasse una vera crisi.