
Al meeting di ieri sera dello York Region District School Board hanno partecipato anche i genitori, pur se solo da spettatori: i trustee hanno approvato la lettera stilata dalla chair Carruthers nella quale viene indicato il modo con cui il Board intende affrontare le magagne che lo affliggono da tempo, razzismo, islamofobia e spese esorbitanti in viaggi dei trustee, in primis. « È stato un incontro atto solo a finalizzare la lettera, nulla di più - dice Charline Grant, uno dei tanti genitori presenti all’incontro che ha anche denunciato quanto accaduto al figlio allo Human right Tribunal dell’Ontario - aspetteremo la risposta del ministro ma sarei sorpresa di constatare che la Hunter ritenga questa lettera un modo valido di affrontare i problemi dello YRDSB”.
Una maggiore serietà, secondo Charline Grant, sarebbe stata apprezzata da molti genitori: «I problemi non sono stati presi sul serio a sufficienza, neppure la richiesta del ministro Hunter mi sembra abbia dato una sferzata alla situazione. Lo prova la lettera che è molto debole, non prende di mira le questioni sollevate proponendo soluzioni vere».
Tra i tanti presenti, aggiunge la Grant, c’era anche il director of Education Philip J. Parappally: «Non mi è sembrato che abbia mostrato grande interesse alla lettera, ha semplicemente ascoltato quanto discusso dalla Carruthers ed i trustee - continua la Grant - sono sempre convinta che debba farsi da parte, serve una nuova leadership».
Non boccia invece l’operato della Carruthers, Charline Grant: «La nuova chair ha chiesto una maggiore trasparenza e questo è un segnale positivo - dice la Grant - la Carruthers è in carica come chair da un solo mese per cui è troppo presto per fare un bilancio. Spero solo che sfrutti questa opportunità per correggere tutto quello che non va, tutto ciò che è sbagliato nel Provveditorato».
La Carruthers, dal canto suo, ha affermato di voler risolvere i problemi del Board: «Questo è solo l primo passo, i genitori si aspettano delle risposte - ha detto Loralea Carruthers - faremo il possibile affinchè le linee guida già in vigore vengano seguite e affinché una terza parte indipendente e che non abbia alcun legame con il Board prenda in considerazione le questioni di equità».
Ma i genitori non sembrano convinti. «Nessuna supervisione, meeting o training di sensibilizzazione riusciranno a ridarci la fiducia nel Board - conclude Charline Grant - si parla tanto dei training atti a sensibilizzare i membri su questioni di equità e razzismo ma non si sa neppure se sono obbligatori. È tutto molto vago ma al momento dobbiamo aspettare la risposta del ministro a questa lettera».
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