Canada

Protesta camionisti:
polemiche, accuse e veleni

TORONTO – Seconda giornata di protesta ieri a Ottawa. Migliaia di manifestanti si sono uniti al “Freedom Rally” organizzato da un gruppo di camionisti per denunciare l’obbligo di vaccinazione per attraversare il confine con gli Stati Uniti e sabato hanno raggiunto la Capitale. La due giorni di protesta è stata accompagnata da una serie infinita di polemiche, accuse e veleni destinati ad avere un lungo strascico nell’immediato futuro. Innanzitutto la manifestazione dei camionisti, partita dalla British Columbia, negli ultimi giorni ha completamente cambiato natura e identità.

La protesta infatti ha attirato come una calamita numerose componenti della variegata galassia no vax canadese e nella sostanza la vertenza si è trasformata in aperta sfida al governo federale e al primo ministro Justin Trudeau. Con un errore di fondo, che è stato messo in luce più volte: tra le richieste dei manifestanti – stop alla certificazione vaccinale, basta con i lockdown, fine delle restrizioni anti covid e così via – sono state tirate in ballo decisioni che non spettano al governo federale, ma ai singoli esecutivi provinciali. Ma gli elementi di controversia non si fermano certamente qui.

Ha provocato un’ondata di indignazione il trattamento riservato alla statua di Terry Fox, coperta da cartelli no vax, mentre da più parti è stato denunciata la violazione della Tomba del Milite Ignoto, con numerosi manifestanti che hanno ballato proprio sopra il monumento. Oltre a questo, nelle immagini che sono circolate in Rete si possono intravedere svastiche e altri simboli nazisti portati da alcuni manifestanti.

Sul fronte politico, sia il Partito Liberale al governo che l’Ndp hanno duramente condannato la manifestazione, mentre a destra la valutazione è stata diversa.

Il leader del Partito Conservatore Erin O’Toole si è incontrato con una delegazione di manifestanti – una mossa questa che alcuni analisti considerano come una sorta di pietra tombale alla sua traballante leadership di fronte alla sfida lanciata da Pierre Poilievre – mentre numerosi deputati conservatori hanno preso parte direttamente alla manifestazione.

Non poteva poi mancare tra la folla Maxime Bernier, leader del People’s Party, la formazione politica che nell’ultima campagna elettorale ha sostenuto apertamente posizioni no vax e anti lockdown raccogliendo un significativo consenso.

Ma la protesta a Ottawa ha catturato anche l’attenzione dall’estero. Negli Stati Uniti Donald Trump ha manifestato il proprio sostegno ai partecipanti con una serie di tweet e con un passaggio del discorso tenuto nella città di Conroe, in Texas “Il convoglio di partecipanti – ha scritto l’ex presidente degli Stati Uniti – ha fatto di più per difendere la libertà americana che i nostri stessi leader. Vogliamo fa sapere a quei grandi camionisti canadesi che siamo con loro”.

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