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Inflazione, sanità
e rischio recessione:
il governo cerca
di voltare pagina

TORONTO – Inflazione, rischio recessione, sanità, rapporti con l’Ndp, budget primaverile. Saranno questi i principali temi che i membri del governo federale affronteranno nella tre giorni di Hamilton, il ritiro annuale dell’esecutivo in vista del riavvio dei lavori parlamentari a Ottawa e un’occasione – come ha ribadito lo stesso Justin Trudeau – per ricaricare le pile e fissare di nuovo le priorità dell’agenda di governo.

Il meeting, al quale parteciperanno tutti i ministri liberali, arriva in una fase estremamente delicata per l’esecutivo grit, con l’inflazione che continua a galoppare e con il costo della vita alle stelle che sta riducendo drasticamente il potere d’acquisto delle famiglie. Proprio in questo contesto il governo nella riunione di tre giorni getterà le basi e le linee guida della prossima manovra primaverile, nella quale dovranno coesistere due obiettivi dichiarati dalla stessa ministra delle Finanze Chrystia Freeland: da un lato si deve procedere con l’opera di risanamento dei conti pubblici, ancora pesantemente zavorrati dal rosso provocato dai due anni di pandemia; dall’altro c’è anche il bisogno che il governo rilanci le politiche di crescita e di sviluppo, per un’economia che nonostante alcuni segnali positivi continua a ristagnare. Anche perché – è questo il ragionamento del primo ministro e della sua vice – esiste un assodato consenso tra gli economisti che vedono all’orizzonte una recessione che porterà con sé un grande clima di incertezza. Opinioni diverse, invece, sulla durata della crisi economica e sul livello di gravità della fase recessiva, specialmente sul fronte degli investimenti e su quello occupazionale, in un periodo in cui il tasso di disoccupazione rimane ai suoi minimi storici, attorno al 5 per cento.

Un altro tema che verrà dibattuto è quello relativo all’affidabilità dell’Ndp di Jagmeet Singh, che in questa legislatura sta facendo sponda con la maggioranza liberale e che nella sostanza garantisce quei voti necessari per la tenuta e la sopravvivenza dell’esecutivo Trudeau.

Nei giorni scorsi dai neodemocratici sono arrivati segnali ben precisi sulla tenuta del patto di legislatura, che nelle sue intenzioni garantirebbe la sopravvivenza del governo fino alle elezioni federali del 2025. L’Ndp, in sostanza, ha già in mano una lista di provvedimenti che vuole vedere inseriti nella prossima finanziaria, sulla falsariga di quanto fatto nel 2022 con il piano dentale nazionale e con quello sugli asili nido rinegoziato con le singole province. Su questo il primo ministro ha più volte rassicurato, anche se su alcuni temi le distanze tra liberali e neodemocratici rimangono significative.

Con la prossima manovra, inoltre, il governo vuole blindare l’accordo con province e territori sugli stanziamenti per la sanità. Si tratta di un accordo decennale, causa di forti tensioni tra il governo federale e le amministrazioni regionali nei mesi scorsi. Nelle ultime settimane, però, le due parti protagoniste del negoziato hanno confermato come siano stati fatti dei progressi molto importanti e l’accordo sembra ormai solo una questione di tempo. Le previsioni parlano di un possibile annuncio la prossima primavera, quando verrà messo tutto nero su bianco con la legge di bilancio 2023.

Sembra invece tramontata, infine, l’ipotesi di un rimpasto di governo circolata nelle ultime settimane. Trudeau sarebbe convinto, almeno per ora, di andare avanti con tutti i ministri attualmente in carica.

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