Canada

Il Papa in Canada,
First Nations divise

TORONTO – Sono contrastanti le reazioni dei leader indigeni riguardo la visita di Papa Francesco in Canada in programma dal 24 al 30 luglio. Mentre alcuni di loro giudicano favorevolmente il viaggio di cinque giorni del Pontefice, altri sono delusi del fatto che alcune parti del Paese non rientrano nell’itinerario stabilito. Il Vaticano ha annunciato venerdì che il Papa si recherà in Alberta, Quebec e Nunavut.
La conferma del viaggio è giunta più di un mese dopo che il Papa si è scusato per il ruolo della Chiesa cattolica nel sistema scolastico residenziale canadese e ha promesso di venire in Canada, accogliendo la richiesta dei delegati indigeni che “si aspettavano che le scuse fossero porte sul suolo canadese”.

La promessa verrà quindi mantenuta ma mentre alcuni affermano di sperare che la visita del Papa sia un passo verso la riconciliazione, altri sono delusi dal fatto che non si recherà in province come il Saskatchewan, dove si trovavano molte delle scuole residenziali canadesi.

“Nutrivamo la speranza che sarebbe venuto a scusarsi in uno dei nostri siti delle scuole residenziali – ha detto a Power Play di CTV Bobby Cameron, chief della Federation of Sovereign Indigenous Nations, che rappresenta 74 First Nations nel Saskatchewan – in uno dei nostri territori, in una delle nostre First Nations, dove la cosa avrebbe, ovviamente, un impatto significativo per i sopravvissuti, i discendenti e le famiglie”.

Ma l’arcivescovo Richard Smith di Edmonton, che funge da coordinatore generale del viaggio, ha detto che il Papa, che ha 85 anni, “ha dei limiti nell’affrontare gli spostamenti”: non può viaggiare in elicottero o stare su un veicolo per più di un’ora e deve riposare tra un evento e l’altro”. Le difficoltà oggettive, dovute oltre che all’età anche a seri problemi di deambulazione, vanno ovviamente tenute in considerazione. “In tutta onestà ci sono azioni che sono più cruciali”, ha detto Cameron – cò include la restituzione immediata di oggetti e documenti culturali indigeni in possesso del Vaticano, la costruzione di centri di cura e benessere in ex siti di scuole residenziali, nonché ’assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso crimini nelle scuole residenziali’”.

E ad essere deluso non è solo Bobby Cameron. Anche il presidente della Manitoba Métis Federation, David Chartrand, ha detto a CTV News Winnipeg di essere amareggiato dal fatto che il Papa non farà nemmeno tappa a Winnipeg.

Lo scorso aprile, una delegazione di Manitoba Métis ha incontrato il Papa separatamente dopo le scuse. “È stata una delusione nel mio cuore e per tutti i Red River Métis … per la nostra Nation”, ha detto Chartrand. Dalla fine del 1800 al 1996 più di 150.000 bambini delle First Nations, Métis e Inuit furono costretti a lasciare le loro famiglie per frequentare le scuole residenziali. L’obiettivo delle istituzioni era quello di sostituire la lingua e la cultura indigena con quella inglese e cristiana. Amministrate e finanziate dal governo federale, le chiese e le organizzazioni religiose gestivano in gran parte le scuole.

Il Gran Chief Remy Vincent della Huron-Wendat Nation a Wendake, in Quebec, ha affermato che l’ufficializzazione della visita è stata accolta relativamente bene. “Non dobbiamo aspettarci niente di meno dalla Chiesa che di venire nei nostri territori qui, in Quebec e in Canada, per scusarsi con le First Nations per gli orrori che sono stati commessi e sono venuti a galla negli ultimi anni”, ha detto.

Il Grand Chief della Confederacy of Treaty Six Nations George Arcand, che sta lavorando con la Santa Sede per pianificare la tappa del Papa in Alberta, ha affermato di riconoscere l’importanza che la visita avrà sui sopravvissuti, sulle loro famiglie e comunità. “Spero che siamo sulla strada della guarigione e che le verità dei sopravvissuti siano convalidate con questa visita storica nei nostri territori”, ha detto Arcand.

La Union of British Columbia Indian Chiefs aveva chiesto di includere l’ex sito della Kamloops Residential School, dove quasi un anno fa sono state scoperte numerose tombe. “Sebbene comprendiamo la vastità del Canada e la necessità di rendergli gestibile il viaggio in Canada, è davvero un peccato che il Papa non avrà l’opportunità di venire alla Kamloops Residential School, la più grande scuola residenziale del Paese gestita dalla Chiesa cattolica”, ha dichiarato la Chief Rosanne Casimir della Tk’emlups te Secwepemc First Nation – i sopravvissuti hanno bisogno di ascoltare vere e significative scuse dal più alto livello, dal Papa stesso”.

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