Canada

“I manifestanti non volevano
occupare l’area
di fronte al parlamento”

TORONTO – Gli organizzatori del Freedom Convoy, o almeno una parte di essi, non volevano occupare l’area di fronte al parlamento. È quanto dichiarato ieri da Chris Barber (nella foto sopra) durante la sua testimonianza davanti alla commissione d’inchiesta sull’Emergencies Act di Ottawa. Barber, considerato come una dei capi della protesta che ebbe luogo per diverse settimane nella Capitale, ha descritto ieri le circostanze che portano il convoglio nel cuore di Ottawa.

“Credevo – ha sottolineato – che la polizia al nostro arrivo ci avrebbe scortato in una delle due aree adibite nei parchi per la nostra manifestazione. Invece, a bordo del mio camion, fui scortato dalla polizia su Wellington Street, che era già piena di altri camion. Non ho idea di cosa non funzionò, ma sarebbe stato meglio se la protesta avesse lasciato le strade principali della città. Anche perché – ha continuato Barber – non era assolutamente nostra intenzione occupare una parte della città: non era questo il motivo per cui eravamo andati a Ottawa”.

Ma dalla sua deposizione è emerso come fosse del tutto evidente che quello che viene identificato come Freedom Convoy fosse un movimento eterogeneo, disorganizzato, con i lvari leader in competizione tra loro.

Nel frattempo, è stata confermata la lunga lista degli organizzatori della protesta che nei prossimi giorni forniranno la loro testimonianza. Grande attesa per la deposizione di Jeremy MacKenzie, estremista di destra e fondatore del gruppo “Diagolon”. La sua versione dei fatti arriverà in collegamento video direttamente dal carcere del Saskatchewan dove lo stesso MacKenzie attualmente si trova per una lunga serie di reati tra i quali aggressione, resistenza a pubblico ufficiale e porto illegali di armi da fuoco.

Attesa anche per la testimonianza di Steeve Charland, portavoce del movimento di protesta “Farfadaas”. Charland, residente a Grenville, Quebec, è anche componente di un altro gruppo di estrema destra, “La Meute”, considerato dagli esperti una organizzazione anti-Islam e anti-immigrazione.

Anche Tom Marazzo è tra i chiamati a testimoniare questa settimana. È un ex ufficiale militare il cui profilo LinkedIn afferma che ha prestato servizio nelle forze canadesi per 25 anni e ora lavora come sviluppatore di software freelance. Quel profilo elenca anche “Freedom Convoy 2022 Volunteer” come il suo ruolo più recente, da febbraio ad oggi.

Marazzo è elencato come membro del comitato direttivo di Veterans For Freedom, che si descrive online come un’organizzazione di base di veterani che lavorano per “ripristinare le libertà fondamentali”.

Ha avuto un ruolo nell’organizzazione delle proteste di fine aprile a Ottawa. Uno dei nomi più noti sulla lista dei testimoni è Pat King. Ha trascorso cinque mesi in prigione prima di ottenere la libertà su cauzione a luglio. King, residente in Alberta, è stato una figura di spicco nella protesta del convoglio contro le restrizioni COVID-19. È stato arrestato il 18 febbraio con quattro capi d’accusa. Secondo alcuni analisti, King è stato la mente che han pianificato l’occupazione del centro storico di Ottawa. Anche Benjamin Dichter, che si descrive sui social media come portavoce della protesta del convoglio, sarà interrogato. In precedenza si era candidato per il Partito Conservatore del Canada.

In calendario anche la deposizione di James Bauder, un altro degli organizzatori della protesta,. È responsabile della creazione del gruppo “Canada Unity” e del sito web che ha contribuito a sviluppare il piano iniziale del convoglio. Apparirà anche Daniel Bulford, un ex ufficiale dell’RCMP che in passato si era pure occupato della sicurezza del primo ministro. Si è dimesso dopo aver rifiutato di farsi vaccinare per COVID-19 ed era il capo della sicurezza del convoglio. Tamara Lich è un’altra figura ben nota del convoglio e un organizzatore chiave della protesta.

È stata accusata insieme a Barber e ha trascorso del tempo dentro e fuori dalla custodia tra le revisioni della cauzione prima di essere rilasciata a luglio in attesa del processo.

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