Canada

Emergencies Act, dito puntato
ancora una volta
contro la polizia di Ottawa

TORONTO – La polizia di Ottawa non era preparata a gestire la protesta del Freedom Convoy, che da semplice manifestazione sarebbe diventata una “crisi nazionale” per alcune settimane. L’ulteriore conferma è arrivata la scorsa settimana – la seconda dei lavori della commissione d’inchiesta – dove è emerso ancora una volta come le forze dell’ordine non avessero compreso all’inizio della protesta la portata dell’evento, prendendo sottogamba l’occupazione del centro storico della capitale e ignorando, allo stesso tempo, i memo di intelligence che mettevano in luce come il Freedom Convoy non fosse una semplice sfilata di camion ma una minaccia, serie a reale, verso le istituzioni federali.

È un quadro inquietante, a tinte fosche, quello che emerge dalle testimonianze che si sono alternate davanti alla commissione. L’ultima, quella dell’ex capo della polizia di Ottawa Peter Sloly, offre uno spaccato fedele del livello di impreparazione, ma anche delle divisioni interne nelle forze dell’ordine, che determinarono tra il gennaio e il febbraio scorso la blanda risposta della polizia, prima dell’intervento del governo federale con l’invocazione della legislazione d’emergenza. Sloly, bisogna ricordarlo, si dimise nel bel mezzo della crisi, travolto dalle proteste e dalle pesanti critiche secondo cui il servizio di polizia di Ottawa non stava facendo abbastanza per far rispettare la legge, smantellare l’occupazione e rimuovere i camionisti dalla città.

“I nostri agenti stavano facendo del loro meglio in circostanze disumane, come lo era la città, come lo era la comunità. Faceva troppo freddo, ed era troppo, ma hanno fatto del loro meglio. Sono loro grato. Dovrebbero essere celebrati. Non celebrati, questa è la parola sbagliata. Dovrebbero essere capiti”, ha detto Sloly degli agenti di polizia di Ottawa sulla scena. L’avvocato della commissione ha poi chiesto a Sloly di approfondire il motivo per cui si sentisse frainteso.

“Il livello di disinformazione era fuori dal comune. È stato schiacciante per il morale dei poliziotti, è stato schiacciante per il morale del team di comando, è stato schiacciante per il morale del mio team esecutivo. Sospetto che si tratti di schiacciare il Consiglio [dei servizi di polizia]. E penso che alla fine del fine settimana, era diventata una storia globale che i media mainstream stavano seguendo. E niente di tutto ciò rappresentava in modo accurato il duro lavoro degli uomini e delle donne del servizio di polizia e delle agenzie partner che erano con noi. Niente di tutto questo”, ha detto Sloly.

“Le dimensioni e la portata degli eventi non sarebbero state in grado di essere gestite da nessuna giurisdizione di polizia, certamente non dalla mia. Che questo fosse un evento di portata nazionale partito da angoli di tutte le parti del Canada e arrivato nella nostra città. Ciò è stato confermato da un’ampia varietà di questioni polarizzanti, non ultimo dei quali erano i mandati sui vaccini, ma c’erano molti altri sentimenti antigovernativi espressi a tutti e tre i livelli di governo. E alcuni di questi erano solo persone che cercavano di venire nella nostra città e partecipare all’evento, per avere una festa indisciplinata e in molti casi illegale”.

“Le basi che hanno creato questo evento e lo hanno portato sostanzialmente nella nostra città erano ben oltre il mandato del Police Services Act di me come capo della polizia e del servizio di polizia di Ottawa … E avremmo dovuto coinvolgere altri elementi della società civile, e probabilmente tutti e tre i livelli di governo, per dare in qualche modo un contributo significativo a una soluzione sostenibile fino alla fine di esso”.

Durante la sua testimonianza, Sloly ha chiaramente tentato di incolpare i suoi vice per alcune delle carenze di pianificazione e applicazione della forza. Ha fatto riferimento a un documento che conteneva un’email del 5 febbraio che parlava di un incontro che aveva avuto con l’allora vice capo Steve Bell e Patricia Ferguson su una decisione che dice essere stata “tenuta segreta” da lui: cambiare chi stava guidando il comando dell’incidente. “Siamo nel bel mezzo di quella che ora considero una crisi di sicurezza nazionale – la mia opinione, non deve essere sostenuta da altri – certamente una crisi di sicurezza pubblica locale, e una delle funzioni se non la più importante è il comandante dell’incidente”, ha testimoniato Sloly.

“La formazione della polizia deve essere standardizzata, la nomenclatura deve essere standardizzata, le attrezzature devono essere standardizzate, la formazione congiunta deve avvenire. E tutto questo deve accadere molto tempo prima di un grande evento senza precedenti come quello che abbiamo appena visto”.

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