Canada

Elezioni più vicine: via Navdeep Bains, rimpasto di governo

TORONTO – Elezioni più vicine in Canada. A certificarlo è stato ieri il primo ministro Justin Trudeau, che ha apportato un piccolo ma significativo rimpasto di governo provocata dalle dimissioni dall’esecutivo di Navdeep Bains.

L’ormai ex ministro dell’Innovazione, una delle pedine chiave di questa amministrazione Trudeau e influente rappresentante della comunità sikh canadese, ha deciso di fare un passo indietro, annunciando anche la sua dipartita dalla politica attiva: dopo sei legislature a Parliament Hill, Bains non si ripresenterà alle prossime elezioni federali.

Al suo posto è stato nominato Francois-Philippe Champagne, fedelissimo del primo ministro, che andrà ad occupare un dicastero chiave per il piano di rilancio economico del governo liberale.

Champagne lascia il ministero degli Esteri a Marc Garneau, mentre ai Trasporti subentra il deputato di Mississauga Omar Alghabra, alla sua prima esperienza di governo.

A completare il rimpasto c’è il ritorno in pianta stabile nel governo di Jim Carr, che aveva lasciato l’esecutivo nel 2019 per motivi di salute.

Carr assumerà l’incarico senza portafoglio di ministro per i rapporti con le Prairies, le tre Province – Alberta, Saskatchewan e Manitoba – che hanno vissuto un periodo di relazioni burrascose con il governo federale, alimentato addirittura da istanze secessioniste.

Carr dovrà cercare di ricucire i rapporti con le regioni ribelli, un compito delicato anche in vista del possibile voto di primavera: nelle elezioni del 2019, il Partito Liberale in quella zona del Paese subì un cappotto senza precedenti.

Si va verso il voto, quindi. Con questo rimpasto, l’ultimo prima del prossimo budget primaverile, Trudeau ha preparato in sostanza la sua squadra con la quale andrà ad affrontare la futura campagna elettorale.

La manovra 2021 sarà una Finanziaria di intenti, che inevitabilmente diverrà la base della piattaforma elettorale.

Il governo di minoranza liberale, dopo un anno di tregua caratterizzato dalla pandemia di Covid-19 e dalla debolezza del principale partito d’opposizione – i conservatori erano impegnati nell’elezione del loro nuovo leader – è pronto ad andare alle urne.

Il primo ministro è consapevole che per poter portare avanti il suo ambizioso piano di rilancio dell’economica canadese avrà bisogno di una maggioranza parlamentare stabile e organizzata.

Ora resta da capire cosa faranno le opposizioni. I sondaggi, in questo momento, delineano uno scenario politico non molto diverso da quello delle ultime elezioni. Se i rapporti di forza non dovessero mutare in modo significativo, l’ipotesi più probabile è quella di un nuovo governo di minoranza liberale. Ndp e Bloc, dal canto loro, in questi mesi non hanno mai mostrato il desiderio di tornare alle urne. Il prossimo budget li metterà alle strette: le urne, comunque, sono davvero dietro l’angolo.

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