Disastro Rogers: neanche
le chiamate al 911 col black out

di Marzio Pelu del 26 July 2022

TORONTO - Nemmeno le chiamate di emergenza erano garantite durante il "black out" di Rogers, due settimane fa. Una cosa gravissima. Un problema al quale la società, la Rogers Communications Inc., sta "cercando di rimediare" per garantire che le chiamate di emergenza possano sempre essere effettuate e che "nessuna interruzione futura cancelli più i servizi cellulari e internet".

A prometterlo è il presidente e amministratore delegato Tony Staffieri il quale domenica, in una lettera ai clienti, ha dichiarato che le misure sono tra le tante che il gigante delle telecomunicazioni sta prendendo per evitare che si ripetano i problemi verificatisi durante l'interruzione dell'8 luglio scorso (e dei giorni successivi), che ha mandato in black out il servizio mobile, fisso e internet di milioni di clienti in tutto il Canada, con disagi e danni incalcolabili.

Staffieri afferma che Rogers ha compiuto progressi significativi su un accordo formale tra i vettori per trasferire automaticamente le chiamate del 911 alle reti degli altri, anche in caso di interruzione della rete di entrambi i vettori. E dice che l'azienda sta separando fisicamente i suoi servizi wireless e internet per creare una rete "sempre attiva" che soddisfi uno standard di affidabilità più elevato.

Per fare tutto ciò, Rogers starebbe investendo 10 miliardi di dollari - in tre anni - per aumentare la supervisione, i test e l'uso dell'intelligenza artificiale allo scopo di garantire un servizio affidabile. A tal scopo, sta collaborando con le principali aziende tecnologiche per effettuare una revisione completa della sua rete alla luce di quanto successo in occasione dell'interruzione.

"So che è solo attraverso queste azioni che possiamo iniziare a riguardagnare la vostra fiducia in Rogers", scrive Staffieri nella lettera, toccando il più grande dei problemi di Rogers in questo momento: la perdita di credibilità, dovuta non solo all'interruzione dei servizi , ma anche e soprattutto all'incapacità di Rogers di capire i motivi di tale interruzione, spiegarli ai clienti e risolvere il problema in tempi brevi.

Non solo: durante il black out, la Rogers non è stata in grado di chiudere la sua rete di accesso radio, che avrebbe collegato automaticamente i clienti ad un altro operatore per le chiamate ai servizi di emergenza. Per questo, l'interruzione radicale della rete di Rogers ha limitato la sua capacità di rispondere con soluzioni provvisorie mentre cercava di ripristinare il servizio.

E, come dicevamo all'inizio, non è stata in grado di instradare la maggior parte delle chiamate al 911 o fornire avvisi di emergenza durante l'interruzione del servizio, né è stato possibile trasferire i clienti ad un operatore concorrente nonostante le offerte di assistenza della concorrenza stessa. Secondo la Rogers, i fornitori concorrenti di servizi non sarebbero stati comunque in grado di gestire l'improvviso afflusso di clienti wireless interessati: oltre 10 milioni. Al di là dei tentativi di scaricabarile, resta il fatto che si è trattato di un disastro targato unicamente Rogers.

In conclusione, Staffieri nella sua lettera di domenica ha scritto che "un accordo formale tra i vettori è l'unico modo responsabile per andare avanti" e che "le chiamate di emergenza al 911 devono semplicemente funzionare. Ogni volta". Speriamo, visto che finora non è stato così.

Image by Foundry Co from Pixabay

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