TORONTO - Il confine tra Canada e Stati Uniti deve rimanere blindato almeno fino al prossimo 21 giugno. È questa l’intenzione del governo federale, come ha confermato ieri Justin Trudeau, che ha ribadito come il dialogo con la controparte americana stia andando avanti da giorni in vista della scadenza del precedente provvedimento di chiusura.
Al momento il Canada e gli Stati Uniti si sono accordati per chiudere i rispettivi passaggi di frontiera fino al 21 maggio, con l’eccezione dei lavoratori ritenuti essenziali.
“Ne stiamo parlando - ha aggiunto ieri il primo ministro durante il suo quotidiano discorso alla nazione, diventato ormai un appuntamento fisso dallo scoppio della pandemia - e siamo fiduciosi che troveremo una soluzione. La nostra priorità rimane quella di proteggere i canadesi”.
Negli Stati Uniti il contagio di Covid-19 sembra ormai fuori controllo in molti Stati. Le vittime accertate negli States sono oltre 83mila, mentre il numero dei contagiati si sta avvicinando velocemente a quota 1,5 milioni.
“Il nostro governo in questo momento ha scelto una linea chiara - ha aggiunto Trudeau - Abbiamo ancora una settimana prima che l’attuale accordo con gli Usa scada. Non posso fare alcun annuncio oggi a riguardo, ma mi limito a dire che le nostre discussioni stanno procedendo bene”.
Ma il discorso non è limitato solamente ai passaggi di frontiera con gli Stati Uniti. Il governo federale infatti è intenzionato a mantenere in vigore ancora a lungo tutte le limitazioni relative ai viaggi internazionali, con gli aeroporti sostanzialmente off limits se non per i lavoratori essenziali.
“Mollare la presa sui voli internazionali - ha ammesso il primo ministro - renderebbe i canadesi vulnerabili di fronte a Paesi che stanno ancora lavorando duramente per contenere il contagio”.
Anche in questo caso si tratta di un’indicazione preziosa in vista dei prossimi mesi. È infatti molto difficile ipotizzare una sorta di normalizzazione per la prossima estate.
In Italia in questo periodo una parte del dibattito tra il governo e le Regioni riguarda come affrontare la prossima fase garantendo e tutelando il prezioso settore turistico, una filiera che copre circa il 15 per cento dell’intero Pil.
Si stanno passando al setaccio le possibili soluzioni per permettere agli italiani di andare in vacanza, al mare e in montagna, in tutta sicurezza, attivando tutte le misure necessarie per impedire una nuova impennata di casi.
Anche qui in Canada si inizia a sentire questa esigenza. Attualmente il turismo dei canadesi verso le mete estere è virtualmente impossibile. Addirittura, diventa estremamente complicata anche una programmazione a breve termine del turismo interprovinciale dentro il Canada.
Da più parti si sta chiedendo al governo di presentare un piano federale per permettere alle famiglie canadesi di poter programmare le proprie vacanze.
In ogni caso, in Canada come nel resto del mondo, la vacanza tradizionale diventerà un qualcosa di irrealizzabile nei prossimi mesi. Fino a quando non avremo in mano un vaccino efficace contro il Covid-19 rimarranno in vigore numerose restrizioni, così come sarà necessario mantenere il distanziamento sociale tra le persone.
“Credo - ha concluso Trudeau, riferendosi agli Stati Uniti - che ogni Paese riconosca il fatto che siamo noi a controllare la nostra situazione domestica e che allo stesso tempo rimaniamo vulnerabili ai viaggiatori internazionali. Ogni Paese sta affrontando le sue sfide nel gestire il contagio di Covid-19 e noi vogliamo essere sicuri di non diventare vulnerabili a causa di chi arriva dall’estero”.