TORONTO - Quasi 2,4 milioni di persone sono nel limbo: si tratta di cittadini di tutto il mondo che attendono risposte per immigrare in Canada. L'arretrato negli uffici dell'IRCC (Immigration, Refugees and Citizenship Canada) è mastodontico e si preannunciano tempi biblici per ogni tipo di domanda, da quella per la residenza temporanea o permanente a quella di cittadinanza. Soltanto nell'ultimo mese, le nuove domande sono state 257.499.
I dati sono quelli, ufficiali, dell'IRCC che negli ultimi mesi ha visto un'impressionante progressione delle richieste avanzate da chi vuole - o, meglio, vorrebbe - costruirsi un futuro in Canada. Ma entriamo nei dettagli. Per la cittadinanza, i richiedenti sono 394.664 richiedenti al 1° giugno, rispetto ai 399.325 del 2 maggio. Per la residenza permanente sono 522.047 al 6 giugno, mentre per quella temporanea il numero delle persone in attesa di risposta salito a 1.471.173 persone, sempre al 6 giugno. Nessuna tipologia di ingresso si salva: per la temporary residence visa (TRV) ci sono 771.482 persone in attesa rispetto alle 621.451 del 29 aprile; per i permessi di studio, 173.353 (il 29 aprile erano 132.280); per i permessi di lavoro, 236.735 (il 29 aprile erano 189.061); per le estensioni dei permessi di lavoro, 171.998 (il 29 aprile erano 144.842).
L'arretrato totale (comprensivo di tutte le tipologie di domande) in un anno è cresciuto esponenzialmente, passando da 1.447.474 di persone nel luglio del 2021 a 2.387.884 persone nel giugno di quest'anno. E come se non bastasse, all'arretrato si aggiunge anche il "carico" della CUAET (Canada Ukraine Authorization for Emergency Travel) che da marzo è disponibile per gli ucraini che desiderano trasferirsi in Canada per fuggire dalla guerra: tra il 17 marzo e l'8 giugno sono state ricevute 296.163 domande.
Nonostante figuri tra le prime cinque destinazioni con "politiche favorevoli agli immigrati" in tutto il mondo, il Canada sta quindi registrando una tendenza al rialzo degli arretrati sul fronte delle domande e molte famiglie contestano "i lunghi tempi di elaborazione" e "la mancanza di comunicazione e trasparenza", come evidenziato da diversi media, canadesi e non, che nei giorni scorsi hanno registrato diverse testimonianze in proposito. "L'IRCC - è uno dei tanti commenti - deve capire che non sta solo elaborando un mucchio di documenti, ma sta prendendo decisioni che stanno influenzando la vita delle famiglie e delle generazioni a venire".
Famiglie divise, persone che avrebbero un lavoro in Canada e rischiano di perderlo, studenti che sono sul punto di perdere l'occasione di intraprendere un percorso didattico: le situazioni sono le più svariate e le esigenze di chi tenta di immigrare in Canada si scontrano con un sistema farraginoso (chi non lo sapesse, dia pure un'occhiata al sito dell'IRCC: https://www.canada.ca/en/immigration-refugees-citizenship.html).
L'IRCC, da parte sua, si difende: in una dichiarazione inviata a CTV News che chiedeva chiarimenti in merito alla situazione dell'immigrazione, l'addetto alle comunicazioni Jeffrey MacDonald ha affermato che l'arretrato è cresciuto durante la pandemia e che ci vorrà tempo per smaltirlo. Covid o no (ogni scusa è buona...) una cosa è certa: la "favoletta" del Canada che accoglie è passata di moda e non ci crede più nessuno.