Il Commento

Aspettando il budget e le prossime elezioni

TORONTO – A giudicare dall’atteggiamento assunto durante il Question Period alla Camera dei Comuni canadese (e dal conseguente dibattito tra i pochi “addetti ai lavori” scelti per informare il pubblico federale sul suo significato), il Paese potrebbe ritrovarsi a breve alle prese con le elezioni generali.

Tutto è possibile in una monarchia costituzionale parlamentare. I deputati al Parlamento sono, a rigor di termini, semplicemente consiglieri del monarca. Se il ramo esecutivo di quel gruppo consultivo (il Governo) non riesce a dimostrare che i suoi consigli – proposte e regolamenti per un’amministrazione efficace – non godono del sostegno/della fiducia della maggioranza dei consiglieri di Sua Maestà, allora Sua Maestà cerca consiglieri diversi. Tutto qui.

Dalle ultime elezioni generali non è emerso alcun gruppo [riconosciuto] maggioritario di consiglieri/parlamentari . Fortunatamente per l’Esecutivo (Primo Ministro e Gabinetto), le occasioni per “mettere alla prova la fiducia di Sua Maestà” nei suoi consiglieri eletti sono severamente limitate a questioni finanziarie, all’approvazione del Bilancio annuale e del relativo Piano di spesa.

Il dibattito volto ad acquisire il consenso parlamentare è spesso caotico, insincero, partigiano, riflette obiettivi e ambizioni spesso regionali, “locali”, persino egoisticamente settoriali e personali. Questo è giusto. I bilanci riguardano principalmente cosa, come gruppo, vogliamo realizzare (definire le priorità) e come tali obiettivi saranno finanziati (le tasse che accetteremo). Fatti e diritto.

Invece i dibattiti vertono sul perché che soddisfa le preoccupazioni in entrambi i casi: condivisione delle informazioni – le parole per sostenere il valore delle intenzioni. Se il dibattito non si traduce in un’espressione di fiducia nel piano di spesa dell’Esecutivo, si presume che Sua Maestà debba cercare nuovi consiglieri/parlamentari.

Domani, l’attuale governo presenterà un bilancio per l’attenta valutazione del Parlamento. Ciò non escluderà necessariamente enfasi e iperboli, spese per ottenere sostegno o indebolire la determinazione di opinioni contrarie. La diplomazia e i compromessi che potrebbero seguirne potrebbero persino portare alla sconfitta del governo. In tal caso le porte dell’inferno non si spalancheranno necessariamente.

Pensate a una partita a carte (briscola o tresette, se siete italiani). Quando la mano finisce, che si vinca o si perda, il mazzo di carte viene rimescolato e le carte vengono ridistribuite. Il mazzo non viene distrutto o bruciato in alcun modo. Non avrebbe senso, a meno che uno non si rifiuti di giocare di nuovo.

Fino a giovedì, quando il Bilancio sarà nelle mani di tutti i parlamentari, tutto è speculativo. In ogni caso, il Paese opera senza un Bilancio formale da marzo 2024. Nessuno è stato discusso o approvato in quella primavera, come di solito. Né è stato presentato un “aggiornamento” nell’autunno del 2024, anch’esso una prassi “normale“.

Nel frattempo, un’elezione federale ha prodotto un nuovo Consiglio Esecutivo (Governo), ma nessun nuovo Bilancio. Nessun piano approvato per la realizzazione di un programma governativo . Nessuna autorità di spesa.

Andiamo avanti.

Traduzione in Italiano dall’originale in Inglese a cura di Marzio Pelù 

Nella foto in alto, il primo ministro Mark Carney (da Twitter X – @MarkJCarney)

More Articles by the Same Author: