Alla ricerca delle radici
con la ’concertina’

di corriere canadese del 25 August 2022

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico.

WATERLOO - La concertina (nella foto sopra) appartiene a Chuck Williams, la conserva nella sua casa di Waterloo.  L’ha ereditata da sua nonna Mary che, a sua volta, l’aveva ricevuta in dono da suo padre. Si pensa che la concertina risalga al periodo risorgimentale.

Mary, nel 1909, a sole tre settimane dalla nascita, varcò l’oceano, a bordo di una nave, insieme ai suoi genitori, per iniziare una nuova vita tra le acque inquiete del lago Ontario e i vigneti colorati di Saint Catharines. Nel 1924, all’età di 15 anni, Mary sposò Giampaolo, anch’egli emigrato di origine italiana.

Chuck è cresciuto con i suoi nonni a Niagara Falls. Si è trasferito a Toronto, ha conseguito una laurea in Scienze e ha iniziato la sua carriera nella Waterloo Catholic School Board, prima come insegnante, poi come preside. Chuck ha inoltre coltivato la sua passione per lo sport (hockey sul ghiaccio) e per l’arte (musica e fotografia).

Chuck (nella foto sopra) ricorda con affetto le giornate trascorse in famiglia allietate dal suono della concertina e dal gusto del buon cibo. Mary ha suonato per tutta la sua vita, così come suo padre prima di lei.

Anche Chuck lo ha fatto per un periodo, adesso ha paura di rovinarla, la tiene in un posto speciale della sua casa, contenitore dei suoni e dei ricordi del suo passato.

Come osserva l'antropologo Vito Teti, “il ritorno ai cibi e alle musiche del paese d'origine aveva un effetto terapeutico e compensativo alla loro lacerante nostalgia”.  Nel caso di Mary e di Chuck non credo si possa parlare di nostalgia, non avendo vissuto nei loro luoghi di origine, non avendoli conosciuti se non attraverso il racconto dei loro antenati. I loro “luoghi dell’anima” non venivano evocati dalla musica o dai sapori, ma venivano reinventati proprio nel tentativo di dare un volto alla loro ombra, per colmare il vuoto di memoria delle loro origini, per dare tratti nuovi, se vogliamo “doppi” alle loro identità.

Mary, come la leopardiana Silvia, faceva risuonare “le quiete stanze, e le vie d’intorno, al tuo perpetuo canto”, ripetendone le note all'infinito.

Il suo era un canto allegro dell’anima che si mescolava allo scorrere delle acque del Niagara e ai colori dei suoi giardini. Come tale inchiodava le sue note, come ricordo di ciò che non ha visto, alla finestra di un eterno infinito. In natura, come scrisse Leopardi nello Zibaldone, ci sono diversi colori, forme e suoni. L’uomo li può imitare con l’arte, ma la musica li filtra attraverso il sentire umano e crea delle sensazioni che lo rendono degno dell’infinito.

“Chi teme, canta”, dice ancora Leopardi. Cosa temeva e cosa cantava Mary? Cantava il mondo rurale abruzzese che suo padre le aveva raccontato, temendo di dimenticarlo. Invocava energie ataviche che solo attraverso la musica era in grado di risvegliare e ne trasmetteva tutta la gioia e la potenza a suo nipote Chuck.

Mary faceva scorrere le sue minuscole dita sui tasti che, con meravigliosa forza, erano capaci di esorcizzare il vuoto di memoria del vivere altrove, di restituire il tuono e il rombo di ricordi e di farli scorrere nelle vene del Niagara, come cascate.

Anna Ciardullo Villapiana

Ed ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana, ispirata dalla storia di Chuck Williams.

Un suono distorto quello del passato
si arricchisce di note e accordi ritmi e strumenti
diventa mimesi, una musica dell’anima
che non imita il fruscio del vento sugli alberi
né l’andirivieni delle onde
non si ispira al silenzio della luna
né al crepitio di un fuoco
non si scaglia sui muri dei ricordi
ma li attraversa
come la dolcezza delle tue mani
sui tasti della concertina
attraversava me.
Rimani intatta nella memoria
in quelle stanze dell’infanzia
in cui crescemmo insieme
tra musica, sorrisi, pasti e parole.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO - Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l'insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum - religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall'adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Stimata socia dell’AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative e svariate conferenze per la conservazione della lingua e tradizione italiane nella realtà canadese notoriamente multiculturale. È inoltre co-chair della Waterloo Chapter Committee dell’Italian Canadian Archives Project (ICAP), una rete di beneficenza fondata per connettere e coinvolgere comunità, gruppi locali, individui, esperti e istituzioni pertinenti-come archive e musei- in tutto il Canada al fine di preservare e rendere accessibile il patrimonio italocanadese.

E proprio questo suo percorso nell'Italianità l'ha portata a elaborare, insieme a Stella, con la collaborazione del professor Gabriel Niccoli dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’ICAP, il progetto in questione che, come si era detto in precedenza, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale racconta storie di immigrazione dall'Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando "pezzi" di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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