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Alpinista italocanadese disperso, si spera ancora. Parla la famiglia dall’Abruzzo

TORONTO – Non si è ancora spenta la speranza di ritrovare vivo Marco Di Marcello, l’alpinista italocanadese disperso da lunedì in Nepal, sull’Himalaya. La conferma che lui e l’altro italiano che ancora manca all’appello (l’altoatesino Markus Kirchler) non sono ancora stati dichiarati deceduti è arrivata oggi dalla Farnesina. E per Marco, la speranza è ulteriormente alimentata dai segnali che il suo GPS continua ad inviare.

“Le autorità locali – si legge nel sito del Ministero degli Affari Esteri, qui – hanno confermato il decesso di 3 alpinisti italiani, Alessandro Caputo, Stefano Farronato e Paolo Cocco. Non si ha notizia di altri 7 italiani, tra cui Marco Di Marcello e Markus Kirchler (entrambi nella zona di Yalung Ri, considerati dispersi)”. Caputo e Farronato erano stati travolti da una valanga venerdì scorso mentre scavalano il Panbari (6.887 metri); Cocco, Di Marcello e Kirchler erano scomparsi lunedì – insieme ad altri scalatori – durante la salita della Dolma Khang, vetta di 6.300 metri; altri cinque italiani risultano invece irraggiungibili da ieri ma non è ancora chiaro, mentre scriviamo, se sia loro successo qualcosa.

Tornando a Di Marcello, per lui si nutre ancora speranza perché il suo GPS continua ad indicare dei movimenti. Alle 20:44 di martedì (ora italiana) è arrivato un nuovo segnale dal satellitare di Marco, che ha registrato un nuovo spostamento, dopo quello delle 16:44 sempre di martedì. E la famiglia ci crede, come scrive (qui) il giornale online “Il Trafiletto” di Teramo, la città abruzzese che ha dato i natali a Marco.

“Marco è vivo, ne siamo convinti – afferma il fratello Gianni Di Marcello – . Il tracciato mostra spostamenti brevi, a tratti in salita, come se stesse cercando un punto sicuro. Pensiamo che abbia trovato un riparo o che stia tentando di farsi localizzare dai soccorritori”. In casa con lui, a Villa Zaccheo, frazione di Castellalto, nel Teramano, i genitori Franco, ex sostituto commissario di polizia, e Antonietta seguono ogni segnale con speranza. “Marco è esperto e determinato – spiegano –. Ha affrontato situazioni difficili in passato e siamo certi che stia resistendo anche ora”. “Sappiamo che in quelle zone le condizioni meteo sono proibitive – aggiunge Gianni – ma ogni nuovo segnale è per noi una prova che Marco è vivo e sta lottando”.

Del resto, stiamo parlando di un alpinista e scalatore di grandissima esperienza, che conosce profondamente quei luoghi: è membro dell’associazione delle Guide Alpine Canadesi (Marco è residente a Calgary, in Alberta, e ha la doppia cittadinanza, italiana e canadese), è biologo ed esploratore del team internazionale “Explora Nunaat” dal 2011 e, dicevamo, conosce profondamente quelle zone del Nepal e l’Himalaya in particolare, che considera la sua seconda casa. Tutti elementi che, uniti ai segnali lanciati dal suo GPS, fanno ben sperare.

In alto, Marco Di Marcello durante una delle sue tante imprese (foto dalla sua pagina Facebook)

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